L’acqua del rubinetto è considerata buona, comoda e “amica dell’ambiente”, ma quasi la metà dei cittadini beve solo quella in bottiglia. Nonostante che oltre 8 persone su 10 (83,4%) promuovano la qualità dell’acqua di rete gli italiani restano i più grandi consumatori di acqua in bottiglia d’Europa. E anche la massiva diffusione delle borracce – oggi quasi il 90% ne possiede almeno una – non corrisponde a un utilizzo costante: solo 1 cittadino su 4 la porta con sé ogni giorno. Sono i dati più rilevanti di una ricerca realizzata da CSA Research per Gruppo CAP, il gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano. La ricerca è al centro di una grande campagna di informazione per promuovere l’uso dell’acqua del rubinetto, che è iniziata proprio in occasione del World Water Day. “Ci sono ancora troppi pregiudizi rispetto all’acqua che arriva nelle nostre case, quella che usiamo ogni giorno per fare il caffè e la pasta, per lavarci e per lavare i piatti”, spiega Alessandro Russo, amministratore delegato di Gruppo CAP.
Comoda, sostenibile e sicura
Secondo il sondaggio la maggioranza degli intervistati promuove l’acqua del rubinetto: oltre la metà afferma che è molto buona (50,3%) e il 33,1% che è buona, e un quinto degli intervistati (21,2%) dichiara che la qualità è migliorata nel corso degli ultimi anni. Insomma, l’acqua che scorre dal rubinetto è buona, ma a berla tutti i giorni è circa un terzo degli intervistati: il 29,2% la beve ogni giorno, mentre il 27,5% alterna acqua minerale in bottiglia e acqua del rubinetto, a fronte di un 43,3% che beve solo acqua in bottiglia. I motivi per cui si consuma l’acqua dell’acquedotto sono presto detti. Al primo posto, la comodità (59,7): è sempre disponibile. Al secondo posto, la sostenibilità (54,2%), e la consapevolezza di contribuire ad abbattere la diffusione della plastica, uno dei principali nemici dell’ambiente. Al terzo posto, la sicurezza (38,7%), fattore confermato dal fatto che i gestori sono tenuti a effettuare controlli obbligatori sull’acqua erogata.
Basso costo
Gruppo CAP, per esempio, analizza 20.000 campioni all’anno per determinare oltre 700.000 parametri chimici e microbiologici e per assicurare un’acqua buona e di qualità. Al quarto posto, il gusto: per il 31% l’acqua del rubinetto ha un buon sapore, oltre che sicura. Ma è anche conveniente, come sottolinea un terzo degli intervistati (31%). Nella Città metropolitana di Milano, per esempio, l’acqua costa poco più di 1 euro al metro cubo, che sono mille litri.
Acqua in bottiglia
Chi beve acqua in bottiglia la preferisce liscia (61,6%, mentre frizzante la beve il 28,6%), segno che ci sarebbe decisamente spazio per aumentare il consumo di acqua del rubinetto. Ma allora, quali sono i motivi dietro a questa abitudine tutta italiana? I consumatori esclusivi di acqua in bottiglia sostengono che è più sicura (33%), molti non si fidano dell’acqua di rete (37,7%), ma per quasi 6 intervistati su 10 è una questione di gusto: il 28,8% dice che non gli piace il sapore dell’acqua casalinga e 27,2% che è più buona quella in bottiglia.
Utilitalia: 13,5 miliardi di bottiglie
Secondo i dati di Utilitalia, ogni italiano, in media, beve 208 litri di acqua in bottiglia in un anno: siamo il primo Paese in Europa, dove la media è addirittura la metà (106 litri), e secondi al mondo dopo il Messico (244 litri). Ogni giorno in Italia vengono utilizzate 30 milioni di bottiglie di plastica, che coprono oltre il 90% dei consumi (sono residuali le bottiglie in vetro, poco più del 7%), con il risultato che in un anno 13,5 miliardi di bottiglie diventano rifiuti da gestire. Di questa mole di bottiglie in plastica, l’80% circa viaggia su gomma per la distribuzione e in media solo il 46% viene riciclato (Reloop 2022).
Le borracce
Ma oltre alle bottiglie di plastica, è estremamente diffuso l’utilizzo di borracce di ogni tipo, foggia e materiale. Ne possiede almeno una oltre l’83% degli intervistati, addirittura oltre il 90% nelle fasce di età più giovani (tra i 18 e i 35 anni). Tuttavia, la usa quotidianamente solo un quarto di loro (25,1%) a cui si aggiunge il 34,4% che dice di utilizzarla spesso. Ma se la borraccia dovrebbe essere lo strumento a portata di mano di chiunque per contribuire alla sostenibilità ambientale, solo il 42,8% degli intervistati la riempie con acqua del rubinetto, percentuale che, curiosamente, scende tra le donne (39,4%) e i giovani (sempre 39,4% tra gli under 25 e 36,9% tra i 24 e i 34 anni), cioè le categorie che comunemente si associano a una maggiore sensibilità ambientale. Il 40,6%, invece, travasa nella borraccia acqua dalle bottiglie di plastica, in un certo senso vanificandone l’uso.