“La lotta alle mafie è compito e dovere di tutti coloro che amano la Repubblica e intendono renderne migliore il futuro”. Non usa giri di parole il Capo dello Stato Sergio Mattarella in occasione della 29esima ‘Giornata nazionale della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie’ (1.081 dal 1861 a oggi) che ha deciso di trascorrere ieri insieme ai ragazzi, ai docenti e agli operatori del Punto luce delle Arti di ‘Save The Children’ di Ostia. Ne ha parlato anche da persona colpita in prima persona, dato che il 6 gennaio del 1980 il fratello Piersanti, all’epoca Presidente della Regione Sicilia, fu assassinato da cosa nostra.
E dunque per Mattarella la data del 21 marzo (promossa dall’associazione Libera nel 1996 e riconosciuta ufficialmente dallo Stato con la legge 20 dell’8 marzo 2017) è una ricorrenza significativa per la comunità nazionale: “Un giorno che sottolinea l’impegno per liberare le popolazioni e i territori dalle mafie, per vincere l’indifferenza e la rassegnazione che giovano sempre ai gruppi criminali”. Fondamentale, per il Presidente, contribuire quotidianamente nella lotta contro le mafie, “difendendo la dignità di essere cittadini liberi, ribellandosi alle violenze e alle ingiustizie, non voltandosi dall’altra parte davanti ai soprusi”.
La manifestazione di Libera
La lettura dei nomi delle vittime innocenti del crimine (avvenuta ieri al Circo Massimo di Roma, location finale della manifestazione organizzata da Libera e partita da piazza dell’Esquilino che ha visto la presenza di circa 100mila persone, ndr) è un atto, per Mattarella, che fa ricongiungere a tutti quanto hanno pagato con la propria vita la disumanità mafiosa ed è anche un segno di vicinanza alle loro famiglie e, nello stesso, “espressione forte, collettiva, di quel desiderio di giustizia che costituisce l’energia vitale di una democrazia”. Il Capo dello Stato nel suo messaggio ha parlato dell’importanza delle istituzioni, chiamate “a fare il loro dovere per contrastare, su ogni piano, le organizzazioni del crimine”, e dall’azione dei cittadini e delle forze sociali “coessenziale per costruire e diffondere la cultura della legalità e della libertà” nei confronti di tutte le mafie, “pesante zavorra per l’Italia, insinuate come sono in ogni attività illegale dei traffici criminali”.
Le altre istituzioni
La ‘Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie’ è stata ricordata anche dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha parlato di un’occasione importante per rendere omaggio a chi ha perso la vita per mano malavitosa, per stringersi attorno ai loro familiari e trasmettere le loro storie ai più giovani, per rinnovare l’impegno quotidiano di persone e istituzioni contro ogni forma di criminalità organizzata: “Il ricordo di chi ha pagato un prezzo così alto e l’esempio di chi ha sacrificato la propria vita a difesa della legalità, devono essere il faro che guida le azioni e l’operato di tutti noi. Sempre”.” Il sacrificio di chi ha difeso le istituzioni non deve essere dimenticato e rappresenta un esempio per tutti noi e per le future generazioni”, il commento del Presidente del Senato Ignazio La Russa. Per il Presidente della Camera Lorenzo Fontana la Giornata serve “a coltivare e a diffondere tutti i giorni e in ogni sede la cultura della legalità da trasmettere in particolare alle giovani generazioni”. “È fondamentale custodire la memoria delle tante persone assassinate per aver difeso strenuamente i valori di giustizia e legalità. Donne e uomini che non hanno mai chinato il capo dinanzi al giogo che la malavita tentava di imporre” ha dettoinvece il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.