Un rapporto pubblicato dal comitato speciale a febbraio ha scosso le fondamenta del mondo degli affari, rivelando investimenti massicci di venture capitalist statunitensi in aziende cinesi sospettate di avere legami con l’esercito del Partito Comunista Cinese (PCC), lo stato di sorveglianza e il presunto genocidio degli Uiguri. Sebbene non sia chiaro se le aziende americane fossero a conoscenza di questi legami, il rapporto ha sollevato domande sull’etica degli investimenti nel contesto delle crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina. Pechino ha respinto le accuse di genocidio degli Uiguri, definendole infondate. Tuttavia, le ricerche che dettagliano i legami tra il capitale statunitense, i venture capitalist in Cina e le startup tecnologiche cinesi sono emerse nei media di spicco dalla fine del 2023.
Lo studio
Uno studio particolarmente rilevante è stato condotto da ‘Future Union’, un’organizzazione che si dichiara bipartisan e mira a unire il capitalismo del settore privato con leader visionari per affrontare nuove tecnologie emergenti e sfide di sicurezza. Il Direttore esecutivo di ‘Future Union’, Andrew King, ha chiarito che l’organizzazione non ha ricevuto finanziamenti da terze parti e si è presentata come un’entità trasparente senza interessi nascosti. “Non abbiamo ricevuto fondi da terze parti. Si tratta di un gruppo bipartisan, io sono il volto pubblico, ma non ci sono interessi nascosti”, ha affermato King. “Sono persone che hanno riconosciuto le tendenze economiche e l’abuso e lo sfruttamento dei mercati privati che ci hanno fatto perdere una generazione di tecnologia”, ha aggiunto King, socio amministratore di Bastille Ventures, una società di venture capital di San Francisco.