Una serie di misure volte a sostenere la produzione di mangimi in vari Paesi europei ha scatenato una critica da parte del Presidente nazionale di CIA-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, che accusa l’Unione europea di rimanere inerte e silente di fronte alla crisi che sta colpendo l’Italia. Il Presidente ha lanciato l’allarme, sottolineando che il valore del grano duro, fondamentale per i cerealicoltori italiani, è crollato drasticamente nell’arco di un anno, anche a causa delle importazioni massicce provenienti da nazioni come Russia e Kazakistan. Questo tracollo rappresenta un duro colpo per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di numerosi agricoltori e minando l’intero settore. Secondo Fini la battaglia per proteggere l’agricoltura italiana non riguarda solo il settore cerealicolo, ma coinvolge anche altri importanti prodotti del comparto agricolo italiano. Piccoli e medi produttori di settori come l’ortofrutticoltura, la vitivinicoltura, l’olivicoltura, il florovivaismo e la zootecnia stanno subendo una concorrenza sleale da parte di Paesi terzi, mentre l’Unione Europea sembra rimanere inattiva nel proteggere le produzioni nazionali.
Mancanza di provvedimenti
Fini ha sottolineato l’inspiegabile mancanza di provvedimenti da parte dell’Unione europea a sostegno delle produzioni italiane, chiedendo un segnale forte da parte del Consiglio europeo per affrontare questa crisi che minaccia l’intero settore agricolo italiano. La situazione evidenzia una disparità di trattamento da parte dell’Unione Europea nei confronti delle diverse realtà agricole dei Paesi membri, con l’Italia che sembra essere lasciata sola a fronteggiare le sfide del mercato globale senza un adeguato sostegno da parte dell’Europa.