Il Brasile si trova di fronte a un’epidemia senza precedenti di febbre dengue, un’emergenza sanitaria che sta sovraccaricando le risorse mediche del paese e che si sta estendendo anche oltre le zone tradizionalmente colpite. Con oltre 1,5 milioni di individui colpiti quest’anno dal virus, conosciuto comunemente come “febbre spezzaossa”, la situazione è grave e in rapido peggioramento. La città di Campinas, situata a circa 275 miglia a nord-ovest di San Paolo, è uno dei focolai più critici. Il medico del pronto soccorso, Prof. André Ribas Freitas, ha descritto le condizioni come “critiche”, con il pronto soccorso al collasso e tempi di attesa per le visite mediche notevolmente prolungati. Thais dos Santos, consigliere dell’Organizzazione Panamericana della Sanità (OPS), ha sottolineato la straordinarietà dell’attuale epidemia, evidenziando la rapida e allarmante crescita dei casi all’inizio dell’anno.
Emergenza sanitaria
Il virus, trasmesso dalle zanzare, ha colpito pesantemente gran parte del Sud America e dei Caraibi, con quasi due milioni di casi segnalati quest’anno. La situazione ha spinto il Perù a dichiarare uno stato di emergenza sanitaria, mentre il Paraguay ha registrato un numero di casi sospetti cinque volte superiore alla norma e l’Argentina è stata invasa da sciami di zanzare. Tuttavia, è il Brasile il paese più colpito, con un numero di casi che potrebbe superare il record del 2023, quando furono registrati 4,5 milioni di infezioni. Il dottor Julio Henrique Rosa Croda, medico e professore associato presso la UFMS School of Medicine e la Yale School of Public Health, ha rivelato che alcuni ospedali, specialmente nella capitale, sono già al limite della capacità di accoglienza.