sabato, 16 Novembre, 2024
Economia

Confindustria: “Pil debole, crescita in frenata”

Abi: buone notizie dal calo dei tassi di interesse

La crescita dell’Italia, in questo inizio dell’anno, è in frenata. E dunque non sono per niente positivi i dati riferiti ieri dal Centro studi di Confindustria (all’interno della propria congiuntura flash) che hanno inquadrato il Pil del primo trimestre come “debole”. Migliori invece le notizie provenienti dall’Abi secondo la quale si rafforzano i segnali di calo dei tassi di mercato.

Dunque, per il Centro Studi di Confindustria il Paese si trova ad affrontare una frenata nella crescita economica all’interno del primo trimestre, con i servizi che mostrano comunque una moderata risalita mentre l’industria sembra stabilizzarsi. La revisione dell’Istat ha evidenziato che la crescita italiana è stata più robusta nel 2023 rispetto alle stime precedenti, ma una serie di fattori negativi stanno rallentando l’espansione economica nel nuovo anno.

Nello specifico la situazione finanziaria è caratterizzata da inflazione bassa, un aumento della fiducia delle famiglie e una crescita nei settori dei servizi. Ma ci sono diversi fattori che rappresentano ostacoli significativi: il blocco dei flussi commerciali nel canale di Suez continua a influire negativamente sull’economia, mentre il costo elevato del petrolio e il calo del credito alle imprese aggiungono ulteriori pressioni. Tuttavia, secondo Confindustria, le prospettive per il 2024 sono migliori: “Se l’anno scorso l’economia italiana è cresciuta dell’1%, un ritmo molto più alto di quelli a cui eravamo abituati nel pre-Covid, nonostante la stretta Bce, e grazie anche al Pnrr, le previsioni sul 2024, finora modeste (l’ultimo Consensus indicava +0,7% per il Pil), non possono che essere più positive, anche perché i tassi sono attesi in calo e il Pnrr in accelerazione”.

Gas e petrolio

Sempre secondo il Centro studi di Confindustria, il prezzo del gas mostra una tendenza verso una lieve flessione, ma rimane elevato rispetto ai livelli pre-crisi. Al contrario, il costo del petrolio continua gradualmente a salire, raggiungendo livelli storicamente elevati. Le scorte di greggio dell’Ocse stanno diminuendo a causa della domanda da parte dei Paesi emergenti e dei limiti nell’offerta da parte dei paesi dell’Opec e dell’ex Unione Sovietica.

Inflazione

L’inflazione resta alta nell’Eurozona, nonostante un lieve calo, superando ancora la soglia del 2,0% fissata dalla Bce. Le aspettative di inflazione a un anno sono in aumento sia nella stessa Eurozona che negli Stati Uniti. Di conseguenza, la Bce e la Federal Reserve hanno deciso di mantenere i tassi d’interesse fermi, rinviando il taglio dei tassi a giugno. La domanda interna è prevista debole, con vendite al dettaglio in calo e un calo negli investimenti aziendali. Ma i consumi sono sostenuti da un andamento positivo dei redditi e dalla fiducia delle famiglie in aumento.

Nel settore dei servizi c’è una moderata espansione, evidenziata dall’aumento dell’indice Pmi a febbraio. Ma c’è da considerare che la fiducia delle imprese ha subito una battuta d’arresto dopo alcuni mesi di crescita.

La fiducia dell’Abi

Incoraggiante invece il rapporto mensile elaborato dall’Associazione bancaria italiana che parla di un ribasso dei tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento, il che significa prospettive più favorevoli sia per coloro che cercano un mutuo per l’acquisto di un’abitazione, sia per le imprese che necessitano di sostegno finanziario. Alcuni esempi: Il tasso medio per le nuove operazioni di finanziamento per l’acquisto di abitazioni è sceso al 3,90%, rispetto al 3,98% di gennaio 2024 e al 4,42% di dicembre 2023; quello per le nuove operazioni di finanziamento alle imprese è diminuito al 5,37% rispetto al 5,48% di gennaio 2024 e al 5,45% di dicembre 2023; quello complessivo dei prestiti, considerando anche quelli sottoscritti negli anni precedenti, è stato del 4,78%.

Crescita in ritmo inferiore

Ieri infine da Bergamo, ospite della cerimonia del giuramento degli allievi dell’Accademia della Guardia di Finanza a Bergamo, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha detto la sua sulla crescita economica dell’Italia nel 2023 che per lui c’è stata, “sebbene in ritmo inferiore, mostrando comunque una discreta vitalità. Consolidare questi elementi di crescita è indispensabileanche nel prossimo futuro per sostenere con maggiore fiducia lo scenario di incertezze internazionali e sostenere i segnali positivi del mercato del lavoro”.

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