I ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi si sono incontrati con i rappresentanti di varie fazioni palestinesi, tra cui Hamas e Jihad Islamica, per discutere il “coordinamento” delle loro azioni contro Israele, “in vista della prossima fase” della guerra. Lo hanno riferito fonti di entrambi i gruppi, precisando che “l’importante incontro” si è svolto la settimana scorsa a Beirut, in Libano. Obiettivo comune: “un’espansione degli scontri e l’accerchiamento dell’entità israeliana, come annunciato da Abdel Malek al-Houthi”, il leader degli Houthi. Un funzionario palestinese, che ha chiesto di restare anonimo, ha precisato che l’incontro ha permesso di discutere il “ruolo complementare di Ansar Allah (altro nome dato agli Houthi) accanto alle fazioni palestinesi, in particolare in caso di offensiva israeliana a Rafah”, nell’estremo sud della Striscia di Gaza, dove sono ammassati 1,5 milioni di sfollati palestinesi.
Unicef: bambini stremati
Per l’Unicef il 31% dei bambini sotto i 2 anni nel nord della Striscia di Gaza soffre di malnutrizione acuta. In una popolazione dove la metà ha meno di 18 anni è un dato che se non si interviene aumenterà in modo esponenziale: solo a gennaio era circa la metà. Nelle ultime settimane oltre 20 bambini sono morti per fame e questi si aggiungono agli oltre 13mila morti per il conflitto. Il presidente di Cipro Nikos Christodoulides ha annunciato che una seconda nave carica di aiuti è pronta a partire dall’isola per recarsi a Gaza, dopo che la prima nave della Open Arms ha raggiunto con successo la Striscia. A Gaza “c’è una popolazione molto numerosa a rischio di carestia. Spetta a Israele dimostrare che la carestia non sarà usata come arma” ha ha detto il leader belga Alexander De Croo ai giornalisti ad Amman, in Giordania, durante un tour a tappe in Medio Oriente. Israele “non può usare la fame come un’arma di guerra”. De Croo ha anche ribadito che Israele non dovrebbe mettere in atto il piano di attacco per Rafah e si è a lungo soffermato sulle difficoltà di far pervenire aiuti umanitari a Gaza.
Manifestazioni a Tel Aviv
Nuove manifestazioni per la liberazione degli ostaggi e la richiesta di nuove elezioni si sono tenute in varie località israeliane: la protesta principale per nuove elezioni nel centro di Tel Aviv, mentre quella per la liberazione degli ostaggi davanti al ministero della Difesa. Oggi riprendono i negoziati bloccatisi prima dell’entrata del mese di Ramadan. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu, pur definendo “infondate” le ultime richieste di Hamas, ha deciso ugualmente di inviare una delegazione a Doha. L’obiettivo dei mediatori – Usa, Egitto e Qatar – è di arrivare ad una tregua di 6 settimane.
A Roma corteo pro Palestina
Ieri manifestazioni anche in Italia dove al grido “Palestina libera, intifada fino alla vittoria”, è partito il corteo a Roma diretto verso viale Trastevere. Organizzato dal Movimento degli studenti palestinesi in Italia, l’Api-Associazione dei palestinesi in Italia e l’Unione democratica arabo palestinese-Udap. In piazza anche l’attrice tunisina Yamina Brirmi. Striscioni, fumogeni rossi, tanti con la kefiah. Poi le bandiere palestinesi sventolate al fianco di quelle curde. Molti gli slogan contro Israele e il governo italiano.