Nelle scorse giornate del 14 e del 15 marzo si è svolta a Vienna la 67esima sessione annuale della Commissione sugli Stupefacenti (CND), organizzata dall’organismo di governo dell’Ufficio delle Nazioni Unite sulla Droga e il Crimine (UNODC), alla quale ha partecipato il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. In riferimento agli insegnamenti del giudice Giovanni Falcone e all’opera di altri coraggiosi e capaci magistrati e appartenenti alle forze di polizia che lavorano per combattere il traffico di droghe, Alfredo Mantovano ha evidenziato l’importanza di un’azione proattiva, soprattutto nelle aree più esposte dell’America Latina o delle rotte asiatiche. “L’Italia ritiene necessario un approccio bilanciato alle politiche in materia di droga – ha detto Mantovano, sottolineando l’urgenza di “intervenire proattivamente per contrastare la produzione e il traffico di droghe a livello globale, interrompendo le rotte che si snodano attraverso mari e continenti”.
Storie che meritano risposte
“L’Italia si associa pienamente alla dichiarazione dell’Unione Europea ma mi permetta di aggiungere alcune osservazioni a titolo nazionale” ha detto il Sottosegretario a margine del suo intervento. “In una recente visita in una comunità italiana di recupero per dipendenti – ha riferito Mantovano – ho parlato un po’ con una ragazza che oggi ha diciotto anni. In mezz’ora lei mi ha raccontato la sua vita: dopo un’infanzia attraversata da conflitti fra e con i genitori, a undici anni, per evadere da una realtà pesante, per noia, per emulazione, inizia a fare uso di derivati della cannabis. A quindici anni passa alla cocaina e al crack. A sedici anni viene arrestata per aver commesso gravi reati, finalizzati ad acquistare stupefacenti e la comunità diventa l’alternativa al carcere. Non vi entra volentieri, all’inizio fa fatica a seguire le regole del nuovo gioco, un gioco teso a uscire dalla dipendenza e a riacquistare la libertà, ma oggi è fra le guide di un gruppo di ragazze che affrontano la vita con coraggio. Storie come queste sono tante e meritano risposte istituzionali concrete”.
Il dovere di agire prima
“Al tempo stesso vanno offerti a tutti servizi di prevenzione, cura e riabilitazione sociale e lavorativa” ha sottolineato il Sottosegretario. Nel suo appello, Alfredo Mantovano ha ribadito la ferma opposizione nei confronti dell’uso di tutte le droghe. “Non crediamo che in un ordinamento esista un diritto a fare uso di sostanze stupefacenti. Esiste invece il dovere – ha rimarcato Mantovano – di agire prima che la diffusione di talune sostanze provochi danni irreparabili. In questi giorni stiamo potenziando le attività di prevenzione per contenere la diffusione di potenti droghe sintetiche, tra cui quei fentanili che l’Italia ha inserito già dal 2020 nella tabella I delle sostanze stupefacenti e psicotrope. Nel nostro Paese non abbiamo una emergenza in atto, ma vogliamo essere pronti”.
Piano nazionale di prevenzione
Nel corso del suo intervento, il Sottosegretario ha parlato del Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici, elaborato dal Dipartimento per le politiche antidroga con il supporto di diversi Ministeri, dipartimenti, strutture e agenzie con l’obiettivo di definire le attività di prevenzione per intercettare e impedire l’accesso e la diffusione illegale in Italia del Fentanyl e dei suoi analoghi o la sua diversione per usi non sanitari, nonché la gestione di una ipotetica emergenza. “La prevenzione, soprattutto quella precoce – ha ribadito con forza Mantovano – rimane il nostro punto di partenza: le relative attività vanno potenziate, proposte a target di età sempre più giovane e riguardare non soltanto le sostanze stupefacenti, ma tutte le dipendenze patologiche senza distinzione. Questa è la linea vincente, dentro e fuori i confini nazionali!”.