giovedì, 2 Gennaio, 2025
Esteri

Stoltenberg: a Kiev non manca il coraggio ma le munizioni

Morte sospetta del vicepresidente di Lukoil. Tajani: il Cremlino perseguita chi si oppone

Sono tempi difficili per le truppe ucraine. Centinaia di morti ogni giorno. Il consueto report dell’intelligence inglese scrive, addirittura, che è “altamente probabile” che nelle prossime settimane la situazione diventerà ancora “più difficile.” Il Segretario della Nato, Jens Stoltenberg, è tornato a chiedere ai paesi alleati un ulteriore sforzo per inviare armamenti, ma non uomini,a Kiev. “L’Ucraina – ha specificato Stoltenberg – ha bisogno di più sostegno e ne ha bisogno subito. A Kiev non manca il coraggio ma le munizioni. E insieme, come alleati, abbiamo la capacità di dare ciò di cui hanno bisogno, dobbiamo trovare la volontà politica di farlo, ogni giorno di ritardo ha conseguenze sul campo”.

Medvedev: Ucraina riconosca sconfitta

Il focus delle operazioni russe è ora a ovest di Avdiivka e Marinka, entrambe nella regione di Donetsk, mentre le incursioni ucraine hanno fatto dire al ministero della Difesa di Mosca, Sergej Shoigu, che questo nuovo tentativo di infiltrazione a Spodariushino è stato respinto con l’uccisione di “195 nemici” e la distruzione di “5 carri armati e 4 mezzi blindati”. Anche nella zona di Kursk i militari della Guardia nazionale russa, dei servizi di sicurezza Fsb e dell’esercito stanno combattendo per respingere un nuovo tentativo di infiltrazione in territorio russo nei pressi del villaggio di Tetkino. Il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha affermato che l’Ucraina dovrebbe riconoscere la sua sconfitta militare e passare alla “resa completa e incondizionata“.

Rheinmetall profitti e dividenti record

Purtroppo dall’ovest niente di nuovo: “siamo fermamente al fianco dell’Ucraina – ha scritto sui social il cancelliere Olaf Scholz – continueremo a sostenere l’Ucraina in stretto coordinamento con i nostri partner internazionali. Fino a quando sarà necessario”, ma i tedeschi non metteranno loro a disposizione i missili Taurus. Il Bundestag ha nuovamente respinto la consegna dei missili da crociera all’Ucraina. La maggioranza del Parlamento ha votato contro una corrispondente proposta dell’Unione (Cdu-Csu), principale partito di opposizione in Germania. Intanto l’azienda tedesca Rheinmetall, uno dei più importanti produttori di armi, ha chiuso il bilancio 2023 con un incremento dei ricavi del 12%, ad oltre 7 miliardi di euromentre il risultato operativo (ricavi meno costi di produzione) supera i 900 milioni, anch’esso in deciso aumento. Gli utili finali si attestano a 586 milioni di euro (+ 9%). Il dividendo per gli azionisti è stato alzato da 4,3 a 5,7 euro per azione.

Spesa in armi senza precedenti

Dal bilancio della Nato anche il segretario Stoltenberg ha sottolineato che “il 2023 è stato il nono anno consecutivo di aumento degli investimenti nella difesa in Europa e Canada. La spesa per la difesa è aumentata di un 11% senza precedenti. Nel 2024, gli alleati della Nato in Europa investiranno un totale di 470 miliardi di dollari nella difesa. Per la prima volta si raggiungerà il 2% del loro Pil combinato”. “Quest’anno – ha ricordato Stoltenberg – due terzi degli alleati raggiungeranno l’obiettivo del 2% rispetto ai soli tre alleati del 2014, quando abbiamo concordato l’impegno di investimento nella difesa.” La Norvegia, ad esempio, ha annunciato che raggiungerà l’obiettivo di spesa del 2% già quest’anno, due anni prima del previsto, aumentando il numero di alleati con i conti in ordine. Se si guarda però al rapporto del 2023 vi sono alcuni Paesi, tra cui l’Italia, che appaiono molto in ritardo. Il Lussemburgo è fermo all’1% del Pil (sulla base dei prezzi del 2015), il Belgio all’1,22%, la Spagna all’1,24%, il Canada all’1,33% e l’Italia all’1,46%.

Lukoi: morti 4 manager in 2 anni

Sarebbe un suicidio, secondo fonti non ufficiali, la causa della morte del quarto manager dell’azienda petrolifera Lukoil, Vitaly Robertus, a morire prematuramente (54 anni) negli ultimi due anni. Il primo a morire, nel maggio 2022, fu l’ex vicepresidente dell’azienda, Aleksandr Subbotin. Poi nello stesso anno, il capo del consiglio di amministrazione, Ravil Maganov. E Vladimir Nekrasov morì nell’ottobre 2023 a causa di un’insufficienza cardiaca. Tutti di età tra i 50 e 60 anni e in circostanze mai chiarite. Mentre il capo dei servizi di sicurezza lituani, Darius Jauniskis, ha dichiarato che a picchiare ilbraccio destro di Navalny, Leonid Volkov, è sono stati “isegreti russi” per spaventare l’opposizione alla vigilia delle elezioni. Su questo il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, è intervenuto dicendo che “in Russia conosciamo qual è la situazione, quindi c’è poco da commentare. E’ successo qualcosa di veramente grave con la morte di Navalny e con l’aggressione anche del suo più stretto collaboratore” Leonid Volkov, che “avevo visto a Bruxelles” con la moglie di Navalny. “E’ la dimostrazione che la Russia continua a perseguitare coloro che si oppongono al regime e questo non può che meritare la nostra condanna”.

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