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Ambiente, un “gemello digitale” della Terra per gestire il ciclo dell’acqua

mercoledì, 6 Marzo 2024
1 minuto di lettura

Un nuovo studio internazionale, pubblicato su ‘Frontiers in Science’, ha rivoluzionato la comprensione del ciclo dell’acqua sulla Terra attraverso lo sviluppo di un innovativo modello virtuale. Coordinato dall’Istituto per la ricerca e la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche di Perugia (Cnr-Irpi), il progetto ha integrato osservazioni satellitari ad alta risoluzione per offrire una rappresentazione senza precedenti del ciclo idrologico del nostro pianeta. Il modello è stato creato nell’ambito del progetto ‘Digital Twin Earth Hydrology’, finanziato dall’Agenzia spaziale europea, con l’obiettivo di ottimizzare la gestione delle risorse idriche e mitigare i disastri naturali correlati all’acqua. Undici partner scientifici provenienti da tutta Europa, tra cui le Università di Bologna, Perugia e Genova per l’Italia, hanno contribuito a questo ambizioso progetto. Luca Brocca, ricercatore del Cnr-Irpi e primo autore dello studio, ha spiegato che la piattaforma sviluppata rappresenta un “gemello digitale” del nostro pianeta, offrendo un ambiente di simulazione avanzato per una gestione efficiente delle risorse idriche. “Fenomeni come inondazioni e siccità rimangono difficili da prevedere – ha affermato Brocca -. Il nostro obiettivo è creare un sistema che permetta ai non esperti, inclusi i decisori politici e i cittadini, di eseguire simulazioni interattive”.

Bacino del Mediterraneo

Il modello virtuale è attualmente concentrato sul ciclo dell’acqua terrestre nel bacino del Mediterraneo. Attraverso l’utilizzo di enormi quantità di dati satellitari, combinando informazioni che vanno dall’umidità del suolo alle precipitazioni, dall’evaporazione alla portata dei fiumi alla profondità della neve, è stato possibile creare una piattaforma basata su cloud, accessibile a chiunque per simulazioni e visualizzazioni. Un “gemello digitale” della Terra, costantemente aggiornato con nuovi dati, potrebbe permettere di simulare scenari e valutare rischi, contribuendo alla gestione sostenibile dell’acqua, alla resilienza ai disastri e alla protezione delle popolazioni. “Questo progetto è un esempio di sinergia efficace tra missioni satellitari – ha concluso Brocca -. Dimostra come la scienza possa contribuire alla gestione degli effetti del cambiamento climatico e altri impatti umani, con l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico che svolgeranno un ruolo fondamentale”.

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