Le pensioni vigenti all’1 gennaio 2020 sono 17.893.036, di cui 13.862.598 (il 77%) di natura previdenziale e 4.030.438 (il 23%) di natura assistenziale. Lo rende noto l’Inps.
L’importo complessivo annuo è pari a 208,8 miliardi di euro, di cui 187 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali e 21,8 miliardi da quelle assistenziali.
Il 60,5% delle pensioni ha un importo inferiore a 750 euro. Questa percentuale, che per le donne raggiunge il 73,6%, costituisce solo una misura indicativa della “povertà”, per il fatto che molti pensionati sono titolari di più prestazioni pensionistiche o comunque di altri redditi.
Delle 10.823.685 pensioni con importo inferiore a 750 euro, solo il 43,3% (4.682.320) beneficia di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, quali integrazione al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile.
In questo contesto il divario tra i due generi è accentuato; infatti per gli uomini la percentuale di prestazioni con importo inferiore a 750 euro scende al 43,7% e se si analizza la situazione della categoria vecchiaia, l’Inps osserva che questa percentuale scende al 21,7% e di queste solo il 20,8% è costituito da pensioni in possesso dei requisiti a sostegno del reddito. Sempre per i maschi, oltre un terzo delle pensioni di vecchiaia è di importo compreso fra 1.500 e 3.000 euro.
Il 49,3% delle pensioni è in carico alle gestioni dei dipendenti privati delle quali quella di maggior rilievo (94,8%) è il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti che gestisce il 46,7% del complesso delle pensioni erogate e il 59,9% degli importi in pagamento. Le gestioni dei lavoratori autonomi erogano il 27,7% delle pensioni per un importo in pagamento del 24,2% mentre le gestioni assistenziali erogano il 22,5% delle prestazioni con un importo in pagamento pari al 10,5% del totale.
Nel 2019 sono state liquidate 1.210.483 pensioni, delle quali il 48,5% di natura assistenziale. Gli importi annualizzati, stanziati per le nuove liquidate del 2019 ammontano a 12,9 miliardi di euro, che rappresentano circa il 6,2% dell’importo complessivo annuo in pagamento all’1 gennaio 2020.
L’area geografica che registra la percentuale più alta di prestazioni pensionistiche all’1 gennaio 2020 è l’Italia settentrionale con il 47,9%, al centro viene erogato il 19,3% delle pensioni mentre in Italia meridionale e nelle isole il 30,7%; il restante 2,1% (379.037 pensioni) viene erogato a soggetti residenti all’estero. Calcolando il coefficiente di pensionamento grezzo (rapporto tra numero di pensioni e popolazione residente per mille) di ciascuna area geografica, si osserva che il Nord continua ad essere l’area con il maggior numero di pensioni per mille residenti (308,8 per mille), seguita dal Centro con il 287,3 per mille e dal Mezzogiorno con il 266,7 per mille. (Italpress)