Cresce, seppur più lentamente rispetto ai due anni passati,il fatturato delle imprese dei servizi. L’Istituto nazionale di statistica rivela che nel quarto trimestre 2023, l’indicedestagionalizzato del fatturato dei servizi aumenta dell’1,0% rispetto al trimestre precedente mentre l’indice generale grezzo registra un aumento, in termini tendenziali, del 2,4%. “Nella media del 2023 si è registrata una crescita dell’indice del fatturato delle imprese dei servizi del 3,9%, in marcato rallentamento rispetto ai due anni precedenti. In termini congiunturali si sono registrati incrementi in quasi tutti i trimestri dell’anno, salvo il secondo. Permane una marcata differenziazione tra i settori. La crescita nel corso del 2023 è stata particolarmente robusta nei settori legati al turismo e in quello del commercio di autoveicoli, mentre si registra una forte flessione nel magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti, commenta l’Istat.
Ristorazione e commercio segno più
L’Istituto nazionale di statistica registra una crescita congiunturale in tutti i settori economici. L’incremento maggiore si registra nel settore delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+2,4%), a seguire si registrano aumenti nel settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+1,6%), in quello del commercio all’ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (+1,1%) e nel settore dei servizi di informazione e comunicazione (+1,0%). Incrementi più contenuti si registrano nel settore del trasporto e magazzinaggio e nelle agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (per entrambi +0,1%). Nel quarto trimestre 2023 quasi tutti i settori presentano una crescita in termini tendenziali. Gli aumenti più consistenti riguardano le attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+8,4%) e le attività professionali, scientifiche e tecniche (+5,9%). Incrementi si registrano anche nel commercio all’ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (+2,6%), nei servizi di informazione e comunicazione (+1,9%) e nelle agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+1,2%). L’unica variazione negativa si registra nel settore del trasporto e magazzinaggio (-2,0%).
Settore industriale in flessione
A dicembre l’Istat stima anche che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, è calato dello 0,5% rispetto al 2022 ma nel mese di dicembre ha registrato un aumentatodel 2,1% rispetto al mese precedente, registrando una dinamica positiva su entrambi i mercati (+1,7% sul mercato interno e +2,7% su quello estero). Nel quarto trimestre l’indice complessivo è cresciuto dello 0,9% rispetto al trimestre precedente (+0,6% sul mercato interno e +1,4% su quello estero). Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a dicembre gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un aumento congiunturale per i beni intermedi (+4,0%), per i beni di consumo (+2,4%) e per i beni strumentali (+0,1%), mentre si registra un calo per l’energia (-1,2%). Corretto per gli effetti di calendario il fatturato totale scende su base annua dello 0,1%, sintesi di una diminuzione dello 0,8% sul mercato interno e di un incremento dell’1,1% su quello estero. “Nel complesso del 2023, al netto degli effetti di calendario, il fatturato dell’industria diminuisce dello 0,5% rispetto all’anno precedente. Si registra un leggero incremento delle vendite sul mercato estero, ma calano quelle verso i clienti interni.L’andamento congiunturale è stato caratterizzato da variazioni negative nei primi due trimestri dell’anno, cui ha fatto seguito una leggera crescita nella seconda metà del 2023. Con riferimento al settore manifatturiero, l’indicatore corretto per i giorni lavorativi registra nella media del 2023 una diminuzione sia in valore sia in volume (rispettivamente, -0,4% e -2%)”, commenta l’istituto di statistica.
Interscambio commerciale c’è il calo
Infine, riguardo l’interscambio commerciale con i Paesi extra Ue27, l’Istat stima una riduzione congiunturale per entrambi i flussi, più ampia per le importazioni (-8,7%) rispetto alle esportazioni (-4,5%). La contrazione su base mensile dell’export è dovuta alle minori vendite di beni strumentali (-9,2%) e beni intermedi (-8,3%). Aumentano, invece, le vendite di energia (+13,2%) e beni di consumo durevoli (+0,6%) e non durevoli (+1,4%). Dal lato dell’import, si rilevano riduzioni congiunturali per tutti i raggruppamenti; le più ampie per energia (-12,8%) e beni di consumo durevoli (-11,9%) e non durevoli (-9,7%). Nel trimestre novembre 2023-gennaio 2024, rispetto al precedente, l’export, invece,diminuisce del 2,1%. A eccezione dei beni di consumo durevoli (+7,4%), la riduzione riguarda tutti i raggruppamenti ed è molto accentuata per energia (-21,8%). Nello stesso periodo, l’import registra una flessione del 7,1%, generalizzata e più ampia per energia (-14,1%). Su base annua, a gennaio 2024, l’export flette dell’1,2% (era -7,0% a dicembre 2023). La flessione è determinata dalla riduzione delle vendite di beni intermedi (-14,8%), in particolare, e di beni di consumo non durevoli (-1,4%). L’import registra una contrazione tendenziale del 19,4%, cui contribuisce la riduzione degli acquisti di tutti i raggruppamenti e, principalmente, di energia (-35,8%) e beni intermedi (-16,6%).