Nikki Haley, ex Ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite, ha sollevato una controversia all’interno del Comitato nazionale repubblicano (RNC) mercoledì scorso, chiedendo un voto registrato su una risoluzione volta a limitare l’uso dei fondi del partito per spese legali, comprese quelle dell’ex presidente Donald Trump.
La richiesta di Haley ha acceso un dibattito acceso all’interno del partito repubblicano, evidenziando divisioni e tensioni riguardanti l’allocazione dei fondi e il sostegno ai leader politici. Durante la campagna elettorale, Haley aveva sottolineato la necessità di trasparenza e accountability nella gestione finanziaria del partito, sostenendo che “tutti gli americani, e soprattutto i repubblicani, meritano un voto ufficiale su quella risoluzione”. La sua posizione riflette le crescenti preoccupazioni all’interno del partito riguardo alla destinazione dei fondi della RNC e alla possibilità che questi vengano utilizzati per spese legali controversi, come nel caso delle difese legali di Trump.
Le tensioni sono emerse anche a seguito delle affermazioni contrastanti riguardanti il finanziamento delle spese legali del tycoon. Mentre Chris LaCivita, co-responsabile della campagna di Trump, aveva precedentemente dichiarato che la RNC non avrebbe coperto tali spese, i funzionari della campagna di Haley hanno espresso dubbi su questa promessa, alimentando ulteriori domande e critiche.
Interrogativi
Haley ha sollevato interrogativi sul futuro uso dei fondi della RNC, esprimendo preoccupazione che il partito possa spostare il sostegno dai repubblicani in corsa a un “fondo nero legale”. La sua richiesta di un voto sulla risoluzione mira a garantire una maggiore trasparenza e controllo sulla gestione finanziaria del partito, offrendo agli americani una chiara visione di come vengono impiegati i loro contributi. L’attenzione è ora rivolta alla riunione della RNC prevista ad Houston all’inizio di marzo, dove i membri si confronteranno su due risoluzioni proposte da Henry Barbour, membro del comitato del Mississippi. Una di esse mira a rallentare il coordinamento della RNC con i candidati presidenziali fino a quando non raggiungono una certa soglia di delegati per la nomina, mentre l’altra si concentra sul divieto di finanziare le spese legali di candidati politici estranei al ciclo elettorale.