Dopo un intero lunedì vissuto sull’altalena delle emozioni ‘elettorali’, il responso finale ha detto che sarà Alessandra Todde il nuovo Presidente della Regione Sardegna. Fa festa dunque al fotofinish la coalizione del campo largo del Centrosinistra (con Pd e M5S), niente da fare per Paolo Truzzu e per il Centrodestra che dunque lascia la guida dell’isola dopo i 5 anni capitanati da Christian Solinas. Un risultato probabilmente insperato fino a qualche giorno fa per democratici e grillini, un pericoloso passo falso per la maggioranza e una ‘ferita’ per Giorgia Meloni che tanto aveva avallato il nome di Truzzu, proprio ai danni del leghista Solinas (non ricandidato).
Che testa a testa
Comunque quello tra Todde e Truzzu è stato davvero un testa a testa come pochi in passato. A inizio mattina era stata la candidata del Centrosinistra a prendere un certo vantaggio nei rispetti di Truzzu che però, poi, di ora in ora, l’ha raggiunta e anche superata. Ma sempre con un vantaggio ‘risibile’, se si pensa che alle ore 19 i dati parlavano dei due maggiori candidati a pari merito al 45,3%. Ma intorno alle 23, quando erano state state scrutinate 1.718 sezioni su 1.844, Todde è salita a 310.253 voti (salendo al 45,4%); Truzzu aveva raccolto invece 308.274 voti (calando al 45%), facendo capire che il destino delle urne era oramai segnato. Malissimo, invece, Renato Soru della Coalizione sarda, mai in partita (8,6%, non piazzerà nessun consigliere, “sono deluso, ma ne prendo atto”) così come Lucia Chessa di Sardegna R-esiste (1%). Un dato che emerge è che il voto disgiunto ha premiato Todde: con i numeri aggiornati alle 1.710 sezioni scrutinate, FdI è stato il partito più votato (14%, 88.614 voti), seguito da Pd (13,9%, 88.089 voti), M5S (7,8%, 49.276 voti), Forza Italia (6,5%, 41.191 voti) e Lega (3,8%, 24.089 voti).
Le reazioni
Il vantaggio ‘mattutino’ della Todde ha mandato sùbito in un brodo di giuggiole la Segretaria del Partito democratico e il numero uno del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, pronti a volare in Sardegna a prescindere dal risultato finale: “Non erano tanti quelli che immaginavano una sfida così aperta in Sardegna. Si va al fotofinish, il risultato è sul filo di lana e può essere deciso da una manciata di voti. Che si vinca o che si perda, però, sarà stato comunque un risultato straordinario e Alessandra Todde merita l’abbraccio di tutta la nostra comunità per il gran lavoro fatto” le parole dell’ex Premier prima della volata finale. “Ennesima conferma: uniti si può vincere, divisi si perde sicuro. Complimenti alla presidente Alessandra Todde e a tutto il Centrosinistra sardo” le parole del deputato del Pd Nicola Zingaretti e della responsabile giustizia democratica Debora Serracchiani. “Da domani (oggi, ndr) comincia una nuova strada per il Centrosinistra” è stato invece il tweet del sindaco Dario Nardella, sponda Pd.
Durissimo Osvaldo Napoli di Azione contro il Primo Ministro: “Meloni è stata punita dagli elettori per la sua presunzione e la sua arroganza”. Italia viva, tramite la deputata Isabella De Monte, chiede che ora Meloni valuti il risultato: “In Sardegna ci ha messola faccia. La maggioranza di Destra è spaccata anche nelle urne, non più solo a Palazzo Chigi, la resa dei conti in vista delle Europee sarà implacabile”. “In Sardegna prima vera sconfitta di Meloni, arrogante e presuntuosa nel forzare la scelta di un candidato perdente”, ha detto il sindaco dem di Pesaro Matteo Ricci.
Per il leader di Forza Italia Antonio Tajani, la sconfitta della coalizione di Centrodestra, “non cambia nulla dal punto di vista degli equilibri né nella maggioranza, né nel governo”.
“Scontiamo le liti sul simbolo, le cause patetiche, i personalismi fuori tempo massimo: senza tutto ciò, la Democrazia Cristiana avrebbe conseguito un risultato ben diverso, e avrebbe portato Truzzu alla vittoria. Abbiamo fatto un danno alla Sardegna, che sarà invece governata dai populisti” l’analisi di Gianfranco Rotondi, presidente della ‘Dc con Rotondi’, a sostegno di Truzzu.
Fratelli d’Italia ha quindi annunciato ricorso in appello per il riconteggio dei voti in alcuni paesi.
Giornata altalenante
Ma di certo quello tra i due maggiori contendenti al titolo di nuovo Governatore è stato un testa a testa entusiasmante. Ma se a decidere il nuovo Governatore dell’isola fosse stata solamente la città di Cagliari (e anche Sassari), non ci sarebbero stati dubbi: la scelta sarebbe ricaduta sulla Todde (risultato che in pratica ha boccia l’operato del primo cittadino Truzzu, sindaco del capoluogo). Discorso inverso chiamando in causa per esempio Alghero (o anche Olbia), dove il candidato fortemente voluto dal Premier è andato per la maggiore. Dati, questi, che fanno comunque capire di come l’uno (primo caso) sia andato meglio nelle grandi città rispetto a centri più piccoli (secondo caso).
Equilibrio e polemiche
Dunque, le Regionali sarde sono state all’insegna dell’equilibrio e sul filo dell’equilibrio fino all’ultimo. Ma anche all’insegna di un certo ritardo nel conteggio dei voti se è vero che alle 18 si era in pratica arrivati alla metà delle schede scrutinate. Una lentezza che di fatto ha fatto trasecolare soprattutto il Partito democratico che tramite una nota del Senatore Francesco Boccia ha messo nel mirino la Regione Sardegna: “Auspichiamo una rapida definizione della questione fondamentale per l’esercizio del diritto democratico di votare, ma anche di sapere in tempi celeri chi ha vinto e chi ha perso”. Per far capire la difficile situazione, all’interno del Sistema informativo elettorale regionale (Sier) alle ore 17 risultano caricati i dati di 773 sezioni su 1844. Nessuno da Sassari, appena un terzo da Cagliari. Ma per la Regione Sardegna, che gestisce il Sier, il sistema ha operato regolarmente: “È alimentato esclusivamente dai comuni che provvedono direttamente al caricamento dei relativi dati, una volta ricevuti dalle sezioni elettorali”. In pratica, dovevano essere i comuni a essere più “fattivi e collaborativi”.
I ritardi comunque hanno anche infastidito lo staff della Todde che non ha parlato solo di un problema tecnico, ma di un problema di informazione e mancanza di rispetto verso gli elettori, parlando anche di “rallentamento non casuale soprattutto nel caricamento dei dati dei comuni più grandi”.