Gli agricoltori europei non vogliono essere trasformati in burocrati. In soldoni è questo il senso della protesta di Bruxelles dove un migliaio di trattori ha invaso la città per protestare in concomitanza con il Consiglio europeo dell’Agricoltura riunito a pochi metri in rue de La Loi. In mattinata fuoco e fiamme appiccate su balle di fieno e cumuli di copertoni, tenuti sotto controllo dagli idranti della Polizia belga e nel pomeriggio, a margine di Agrifish, il ministro dell’Agricoltura e vice premier belga, David Clarinval, a nome della presidenza di turno del Consiglio Ue, che ha ammesso che la situazione “è difficile e servono misure rapide,” e il commissario all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, hanno incontrato alcuni rappresentanti degli agricoltori nella sede del Consiglio Ue. Quest’ultimo ha detto che “gli Stati europei debbono poter aiutare gli agricoltori.” Anche il ministro italiano dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha detto che “la Pac è scritta male e servono modifiche sostanziali.”
Gli agricoltori italiani
“Le proteste che ci sono” ha spiegato Massimiliano Giansanti di Confagri, “danno un significato ancora più forte rispetto all’agitazione che gli agricoltori vivono ed è il motivo per il quale noi oggi siamo qua, a Bruxelles, nella nostra assemblea con tutti i nostri presidenti provinciali e regionali”. Quanto specificatamente alla burocrazia, Giansanti ha ricordato che “soffriamo di tutta una serie di norme che, anziché semplificare la vita di noi agricoltori, ce la rendono difficile; ad esempio, abbiamo un modello che riguarda gli ecoschemi dove quel 25% di risorse sono quasi impossibili da raggiungere per la burocrazia e non certo per gli obiettivi in sé.” Coldiretti mette l’accento anche sui cibi stranieri. Il presidente Ettore Prandini, che ha preso le distanze dagli atti di violenza, dice che “dal grano di Putin a quello canadese fatto seccare con il glifosato, mai così tanto cibo straniero è arrivato in Italia con il valore delle importazioni agroalimentari dall’estero che nel 2023 hanno raggiunto il record di 65 miliardi di euro.” Un vero e proprio attacco al patrimonio agroalimentare dell’Italia favorito dalle “follie europee” che fanno calare la produzione agricola italianaspingendo – sottolinea Coldiretti – il deficit alimentare del Paese che è arrivato a produrre appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento. “Prodotti – conclude Prandini – spesso provenienti da Paesi che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori.” E’ tutta concorrenza sleale che è diventata insopportabile per il settore agricolo italiano ed europeo.
Gli agricoltori in Europa
Contemporaneamente a Bruxelles altre migliaia di agricoltori, in Spagna, si sono diretti verso Madrid convocati dalle organizzazioni maggioritarie del settore (Asaja, Coag e Upa), cui si è unita la Union de Uniones, per partecipare a un corteo di protesta nella terza settimana di mobilitazioni. Anche loro vogliono la flessibilizzazione della Politica Comune Europea (Pac). Anche in Polonia gli agricoltori hanno protestato e chiesto al ministro Czeslaw Siekierski di lavorare per chiedere restrizioni al Green Deal europeo. Secondo il ministro, le proteste dei contadini sono “il risultato di alcune omissioni, ma anche di cattive soluzioni”. “Il Green Deal deve essere anche un Deal di prodotto altrimenti avremo perso elementi di sovranità” con “un’agricoltura più attenta alle questioni ambientali in Europa ma che non è in grado di produrre ciò di cui abbiamo bisogno”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura francese Marc Fesneau, così come anche il ministro dell’Agricoltura belga, David Clarinval che riguardo il prezzo del grano ha parlato di “gioco sporco messo in atto dalla Russia per fare pressione sia sull’Ucraina ma anche sul mercato interno.”
Sabato trattori a Roma
Infine sabato 2 marzo è annunciata a Roma un’altra manifestazione degli agricoltori vicini alle posizioni dei C.R.A. (Comitati Riuniti Agricoli); scenderanno in piazza per chiedere un confronto con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai rappresentanti della Commissione Europea in Italia. La prostesta si sposta dalle strade ai palazzi, spiegano gli agricoltori dei C.R.A. perché “cerchiamo di verificare nei fatti se esiste una volontà da parte della politica italiana e delle Istituzioni europee di collaborare con i produttori agricoli per una rapida soluzione dei drammatici problemi del comparto agroalimentare.”