martedì, 17 Dicembre, 2024
Economia

Inflazione. A gennaio rimbalzo dello 0,8%

Le stime preliminari dell’Istituto nazionale di statistica rivelano che l’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,4% per l’indice generale e a +0,8% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dell’1,1% su base mensile, a causa dell’avvio dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature di cui l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) non tiene conto, e aumenta dello 0,9% su base annua, in accelerazione dal +0,5% di dicembre. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento di 0,3% su base mensile e un aumento dello 0,8% su base annua. “A gennaio, secondo le stime preliminari, l’inflazione evidenzia un lieve rimbalzo, salendo allo 0,8% dallo 0,6% di dicembre 2023. La moderata accelerazione del ritmo di crescita dei prezzi riflette l’andamento dei prezzi dei Beni energetici regolamentati, la cui flessione su base tendenziale risulta, a gennaio, attenuata a causa dell’effetto statistico dovuto allo sfavorevole confronto con gennaio 2023. Un contributo alla risalita dell’inflazione si deve inoltre al permanere di tensioni sui prezzi dei beni alimentari non lavorati, i cui effetti si manifestano anche sulla accelerazione del cosiddetto “carrello della spesa” (+5,4%). Infine, l’inflazione di fondo si attesta a gennaio al +2,8% (da +3,1% del mese precedente)”, commenta l’Istat.

Prezzi al consumo in crescita

L’Istituto nazionale di statistica stima che nel mese di gennaio 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, è cresciuto dello 0,3% su base mensile e di 0,8% su base annua (confermando la stima preliminare), da +0,6% nel mese precedente. L’accelerazione su base tendenziale dell’inflazione è dovuta principalmente alla dinamica dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +3,7% a +4,2%), dei beni alimentari non lavorati (da +7,0% a +7,5%) e all’attenuarsi della flessione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da -41,6% a -20,6%). Per contro, il maggiore contributo al contenimento dell’inflazione si deve al rallentamento dei prezzi dei servizi relativi all’abitazione (da +4,2% a +2,8%) e dei beni durevoli (da +1,5% a +0,7%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta, attestandosi dal +3,1% del mese precedente al +2,7% di gennaio come anche quella al netto dei soli beni energetici (da +3,4% a +3,0%).

Beni e servizi

L’Istat rivela, inoltre, che la dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione meno marcata (da -1,5% a -0,7%), mentre quella dei servizi decelera, pur rimanendo positiva (da +3,4% a +2,9%), determinando una diminuzione del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+3,6 punti percentuali, dai +4,9 di dicembre). Continuano a rallentare in termini tendenziali i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +5,3% a +5,1%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,4% a +3,5%). L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (+1,3%), dei beni alimentari non lavorati (+1,0%), dei beni alimentari lavorati e degli energetici regolamentati (+0,9% entrambi) e dei beni non durevoli (+0,5%). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-1,2%) e dal lieve calo dei beni semidurevoli (-0,1%).

Pmi manifatturiero

Cala, invece, la produzione manifatturiera nell’Eurozona, ma tengono i servizi. L’indice Pmi della produzione manifatturiera nella zona euro di S&P Global stima nel mese di febbraio 2024 una flessione produzione manifatturiera, sceso da 46,6 a 46,1 punti, a fronte di un miglioramento atteso dagli analisti pari a 47 punti. Meglio l’indicatore dei servizi, il quale è passato da 48,4 a 50 punti, attestandosi sulla soglia di non cambiamento che separa espansione e contrazione. La contrazione della produzione manifatturiera è dovuta in gran parte dal calo registrato in Germania. Nel dettaglio, il Pmi manifatturiero tedesco è sceso da 45,5 a 42,3 punti, il livello più basso da ottobre, rivelando un calo della produzione e un crollo dei nuovi ordini in patria e all’estero. I servizi, tuttavia, sono saliti da 47,7 a 48,2 mentre il composito si è contratto da 47 a 46,1 punti. In Francia la manifattura registra un miglioramento da 43,1 a 46,8 punti, i servizi si contraggono ad un ritmo meno rapido (da 45,4 a 48) mentre il Pmi composito passa da 44,6 a 47,7 punti, miglior dato degli ultimi nove mesi. I dati, dunque, evidenziano il crescente divario tra la Germania e il resto della regione dell’Eurozona, inserendosi in un contesto di crescenti preoccupazioni per la performance economica del Paese, a causa della debolezza del settore manifatturiero.

Nvidia e l’Intelligenza artificiale

Negli Usa, infine, volano i mercati. Il titolo di Nvidia, l’azienda tecnologica statunitense con sede a Santa Clara (California), cresce quasi del 10% nell’ “After hour”, dopo aver chiuso a -2,85% a Wall Street, sulla scia di una trimestrale che ha superato le attese. La società di chip più ricca al mondo ha annunciato che i suoi ricavi nel quarto trimestre sono saliti del 265%, prevedendo vendite ancora più forti nei tre mesi in corso grazie agli investimenti nell’intelligenza artificiale, che ha definito un “punto di svolta”. L’annuncio ha completamente cambiato l’andamento dei mercati, imprimendo una sterzata al titolo dell’azienda.

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