Il Coronavirus e la conseguente “reclusione” hanno avuto un effetto anche sulle classifiche dei libri: insomma il “coronavirus“ fa leggere più libri. Si, ma quali? Si potrebbe parlare della rivincita dei bibliofili misogini ma in realtà è un’occasione per tutti. Sempre in tema di effetti “coronavirus” ecco che anche gli animali domestici assurgono agli onori delle cronache come dei veri e propri “salvavita”, anche se era già cosa nota alla sociologia ed alla psicologia. I ricercatori dell’Università di Tubinga, in Germania, sul rapporto tra gli umani e i cani hanno fatto uno studio: hanno «scannerizzato» il cervello di 18 donne, dimostrando che provavano emozioni simili di fronte all’immagine del proprio bambino e a quella del proprio cane.
Lo psicologo June McNicholas spiega che gli animali possono essere anche un salvavita in quanto “I cani hanno un effetto magico su di te, puoi sentire il loro amore e questo ti fa sentire meglio dentro di te”.
Ed ecco allora in un momento in cui è fondamentale riscoprire la nostra umanità e l’amore un piccolo libro “salvavita” da riscoprire e da leggere: “Il mio ultimo amico” di Edmondo De Amicis.
Chi non conosce De Amicis autore mai dimenticato e da non dimenticare caro al “cuore” di tutti noi italiani!
In sintesi ne Il mio ultimo amico Edmondo De Amicis ci racconta la scoperta della personalità di un amico a quattro zampe, definito “non bestia ma persona diversa”. Si tratta di una storia che nasce nel periodo più buio nella vita dello scrittore: aveva perso la madre, la moglie ed il figlio si era suicidato.
Un periodo in cui l’intero suo mondo era rimasto mutilato, e fu in questa condizione di dolore soverchiante e di solitudine annichilente che scoprì il “cane”, l’amicizia e la gioia di tornare a scrivere e sorridere.
Ebbene sì, è di un cane che parla, l’Amico fidato in grado di donarsi senza riserve e di riportare alla vita chi dalla vita era stato distrutto. Portato in questa casa colpita dalla sventura, dice l’autore ricordando l’ingresso del piccolo animale nella sua casa, e aggiunge che per quante cure gli si fossero usate, se si fosse conteggiato il debito reciproco della gratitudine, sarebbe rimasto lui il creditore.
Nel romanzo breve “Il mio ultimo amico”, viene raccontata la vita ed il quotidiano e l’amore, soprattutto.
L’abilità dell’autore si manifesta anche nell’aver saputo coniare un prodotto letterario, forse un esercizio di stile, piccolo e breve sì, ma dignitoso e accurato, in cui leggiamo dei temi a lui cari quali virtù di abnegazione, altruismo, forza morale e bontà d’animo. Tutte virtù possedute dal “suo ultimo amico” e che noi dovremmo riscoprire.