A causa del Covid-19, nel 2020 probabilmente caleranno le emissioni italiane di gas serra. Ma, avverte Italy for Climate, il 2019 è stato per l’Italia un anno con più ombre che luci nella lotta ai cambiamenti climatici e gli eventi drammatici di queste ultime settimane non cambieranno questa situazione.
Nel 2019 si conferma un aumento delle temperature più alto che nel resto del mondo, gli eventi estremi connessi ai cambiamenti climatici sono stati oltre 1.600 (erano meno di 150 poco più di 10 anni fa), le emissioni di gas serra si sono ridotte di meno dell’1% rispetto all’anno precedente, il Paese ha perso la storica leadership sulle fonti rinnovabili per la generazione elettrica in favore della Germania.
Nell’anno in cui l’Italia sarebbe stata chiamata a organizzare la Cop26 insieme al Regno Unito, le performance climatiche non sono positive, anche se alcuni segnali incoraggianti vengono dalla riduzione dei costi delle rinnovabili elettriche e dalla produzione di energia elettrica da carbone, scesa dai 49 miliardi di kWh del 2012 a circa 20 stimati nel 2019.
L’anteprima della fotografia dell’Italia del clima è contenuta nel Rapporto “10 key trend sul clima – i dati 2019 in anteprima per l’Italia”, realizzato da Italy for Climate, l’iniziativa della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
Nel 2019 in Italia gli eventi estremi connessi alla crisi climatica sono stati oltre 1.600, oltre dieci volte quelli registrati nel 2008. Solo nel 2019 sono aumentati del 60% e l’Italia si conferma uno dei Paesi europei più esposti ai rischi della crisi climatica.
Nel 2019 le emissioni di gas serra in Italia si sono attestate a circa 423 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, tra lo 0,5 e l’1% in meno rispetto all’anno precedente. Si tratta di una riduzione modesta non in linea con i target 2030. “La storia ci insegna che in assenza di interventi tempestivi per indirizzare la ripresa, dopo una crisi economica grave e un calo significativo delle emissioni queste potrebbero tornare a crescere come e forse anche più di prima”, sottolinea il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Edo Ronchi.