“Nell’anno trascorso, rimane significativo il dato delle somme recuperate all’erario, le quali si attestano ad euro 59.714.389,74”. Cifra al centesimo dalla Corte dei Conti resa nota durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario che si è svolta ieri alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del ministro Giancarlo Giorgetti. Il presidente della Corte dei conti, Guido Carlino, ha svolto la Relazione sull’attività riferita al 2023 e sono intervenuti anche il procuratore generale Pio Silvestri e il presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco. “La gestione della politica economica si trova davanti a nuove sfide, sia sul fronte dell’economia reale che della gestione dei conti pubblici”, ha detto Carlino nella sua relazione. “Occorrono misure che, nel dare una risposta alle necessità di famiglie e imprese, assicurino un’ordinata e progressiva riconduzione delle dinamiche delle entrate e delle spese entro una cornice compatibile con la sostenibilità dell’elevato debito; sostenibilità che è presupposto di uno sviluppo economico più consistente e durevole, oltre che equo, inclusivo e attento alle future generazioni.”
Focus su Rdc, Pnrr e PA
Focus particolari sul Reddito di cittadinanza, sul Pnrr e sulla Pubblica amministrazione. Sono emerse irregolarità sul Rdc e anche sui contributi alle imprese nel 2023 rileva la Corte: “le Procure regionali hanno rilevato ancora criticità” a seguito di presentazione di falsa documentazione da parte dei richiedenti, così come di “irregolare ammissione al contributo.” La Corte ha sottolineato la “malagestio” che coinvolge funzionari dello Stato e con riferimento ai sussidi finanziari alle imprese, il presidente Carlito ha detto che “si sono registrate le prime pronunce di merito, in ordine ai profili di criticità emersi per indebita percezione (tramite false dichiarazioni o allegazioni) ovvero per il loro irregolare impiego.” E poi i contributi per l’efficientamento energetico erogati dal Gse che ledono sia l’interesse della pubblica amministrazione ad incentivare corretti sistemi di risparmio energetico, che l’interesse dei consumatori a non veder rincarare le bollette per oneri mai sostenuti. Insomma uno scenario preoccupante, corruttivo e di cattiva gestione del denaro pubblico, che non è neppure possibile più recuperare perché “buona parte delle aziende coinvolte sono risultate fallite o, comunque, incapienti.”
No a proroga scudo erariale
Dalla Corte un nuovo no all’ulteriore proroga dello scudo erariale per gli amministratori pubblici, finalizzato a escludere le condotte attive dall’ambito di applicazione della colpa grave e evitare la cosiddetta “paura della firma”, che appare “non necessaria” visto che la responsabilità è già limitata ai soli casi di dolo o colpa grave. E anche un no, più velato, ma a buon intenditor, su eventuali limitazioni dei poteri della magistratura contabile come è stato per l’abolizione del “controllo concomitante” sulla spesa dei fondi europei.Il presidente Guido Carlino, che leggeva la relazionedavanti al Presidente della Repubblica, ha infatti auspicato che possa continuare “il dialogo proficuo che ha da sempre contraddistinto le interlocuzioni” con il governo e offre il proprio “contributo tecnico“ per le riforme che vanno “condivise e formulate con gradualità, come è avvenuto, ad esempio, per la redazione del Codice di giustizia contabile”. “Limitare la responsabilità disincentiva chi opera con diligenza” ha detto il procuratore generale Pio Silvestri. Tutte critiche, si capisce, riferite ai progetti del governo per limitare i poteri dei giudici contabili e prorogare (fino a fine 2024) lo scudo erariale per gli amministratori.
Attenzione, rischi illeciti Pnrr
La Corte, poi, si è riferita anche al Pnrr e secondo i primi rilievi già si nota un certo malaffare: “i danni derivanti dalle fattispecie illecite in istruttoria – spiega la Relazione – devono ancora essere esattamente quantificati”, ma sono già diffusi, mentre si procede a rilento: al 26 novembre 2023 risultano spesi poco più di 28 miliardi (il 14,7% del totale) e restano da spendere 138,2 miliardi per raggiungere gli obiettivi al 2026. Altro tema il debito pubblico. Nonostante lo scenario geopolitico internazionale, i magistrati contabili richiamano la responsabilità di governo verso “un percorso di riequilibrio dei conti e un graduale rientro del rapporto debito-Pil.” Più facile a dirsi che a farsi, ma a ognuno il suo.