In una gelida mattina della scorsa settimana, Maria Cinfuentes si trovava fuori dal più grande centro di accoglienza per migranti di Chicago, stringendo le mani gelide e pregando per il suo futuro incerto. Originaria del Venezuela, Maria è arrivata negli Stati Uniti lo scorso dicembre e da allora il centro di accoglienza è diventato la sua unica dimora stabile. Tuttavia, la sua permanenza lì sta per giungere al termine il prossimo mese, gettandola in una situazione di totale incertezza. “Non ho un lavoro. Mio marito non ha un lavoro”, ha dichiarato la trentenne madre di tre figli in spagnolo, mentre esprimeva le sue preoccupazioni. “Non conosco nessuno qui. Come farò a pagare l’affitto?”. La storia di Maria non è un caso isolato. Più di 13.000 migranti come lei si trovano sotto pressione per trovare una nuova casa e un lavoro prima di essere sfrattati in massa dai centri gestiti dalle autorità cittadine. Questa mossa è giustificata dalle città con la necessità di risparmiare sul budget e fare spazio ai nuovi arrivati. Tuttavia, per molti migranti, questa è una situazione estremamente difficile da gestire.
La preoccupazione
La principale preoccupazione è la mancanza di supporto nel trovare alloggio e ottenere rapidamente i permessi di lavoro. I nuovi arrivati si trovano spesso in una situazione di stallo burocratico che rende quasi impossibile per loro accedere a tali servizi essenziali. I sostenitori dei migranti affermano che questa scadenza imposta dalle autorità è irrealistica e mette a rischio il benessere di migliaia di persone. Maria Cinfuentes, come molti altri, teme di non riuscire a trovare una soluzione prima che il tempo sia scaduto. “Non riesco nemmeno a dormire. Rimango sveglia tutta la notte a pensare”, ha detto con voce tremante. “Mi fa male, non solo fisicamente ma anche mentalmente”. Nella speranza di migliorare le sue possibilità, Maria ha iniziato a camminare per le strade della città con un cartello che recita: “Sto cercando lavoro. Aiutatemi, per favore, a trovare un impiego.” Tuttavia, la strada verso la stabilità continua a essere un percorso tortuoso per lei e molti altri nella sua stessa situazione. Secondo un censimento cittadino dei nuovi arrivati, fino a giovedì scorso più di 13.200 migranti vivevano in 28 rifugi gestiti dalla città e dallo stato.