“A volte capita anche che le vostre aziende siano in ricerca di personale qualificato e non lo trovino: non scoraggiatevi nell’offrire posti di lavoro e non abbiate timore a includere le categorie più fragili, ossia i giovani, le donne e i migranti”. Sono parole, queste, utilizzate ieri dal Papa che ha ricevuto in udienza nell’Aula VI, in Vaticano, le delegazioni di Confartigianato, ringraziata anche per il contributo che dà per abbattere i muri dell’esclusione verso chi ha gravi disabilità o è invalido magari proprio a causa di un incidente sul lavoro: “Ogni persona va riconosciuta nella sua dignità di lavoratrice e lavoratore. Non tarpiamo mai le ali ai sogni di chi intende migliorare il mondo attraverso il lavoro e servirsi delle mani per esprimere sé stesso”. Un incontro, davanti a circa 5mila persone, che ha datol’opportunità di celebrare l’arte degli artigiani e di rinnovare l’importanza di un approccio umanistico alla produzione e al lavoro: “I nostri piedi ci consentono di incontrare molte persone cadute lungo la strada: attraverso il lavoro possiamo permettere loro di camminare con noi. Possiamo diventare compagni di strada, in mezzo alla cultura dell’indifferenza. Ogni volta che facciamo un passo per avvicinarci al fratello, diventiamo artigiani di una nuova umanità”.
Creatività umana
Francesco nel corso del suo intervento ha proprio elogiato l’arte degli artigiani, sottolineando il valore della creatività umana e il ruolo essenziale che hanno nella costruzione di un mondo migliore: “Sappiamo che non tutti hanno questa fortuna”, ha detto,“c’è chi sta con le mani in mano, c’è chi è disoccupato e chi è in cerca di occupazione. Tutte situazioni umane che hanno bisogno di essere guarite”.
Il Pontefice si è poi voluto soffermare proprio sull’impatto positivo che Confartigianato ha dato per la rinascita dell’Italia post-bellica a partire dal 1946 “per contribuire allo sviluppo dell’economia nazionale”. Altro concetto espresso (e non è la prima volta) riguarda le trasformazioni del settore guidate dalletecnologie che comunque è bene sempre tenere sott’occhio perché non devono “sostituire la fantasia dell’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio. Le macchine replicano, anche con una rapidità eccezionale, mentre le persone inventano”, ha tenuto a precisare il Santo Padre.
Promotori di pace
Il Vescovo di Roma ha poi ‘lodato’ l’artigiano in generale per il suo sguardo originale sulla realtà, la capacità di vedere il potenziale di bellezza nella materia inerte e di trasformarla in opere d’arte: “Quello che per tutti è un blocco di marmo, per l’artigiano è un elemento di arredo; quello che per tutti è un pezzo di legno, per un artigiano è un violino, una sedia, una cornice. Ha imparato il mestiere da San Giuseppe nella bottega di Nazaret. Ha vissuto per diversi anni tra pialle, scalpelli e attrezzi di carpenteria. Ha imparato il valore delle cose e del lavoro”.
Infine, il Papa ha esortato gli artigiani a essere promotori della pace in un mondo segnato da conflitti e disuguaglianze. Ha incoraggiato la loro creatività e generosità a essere un faro di speranza e positività, affinché le loro mani, occhi e piedi siano segni tangibili di un’umanità che ricerca la pace e la solidarietà.