mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Attualità

Gli agricoltori: “Stasera sul palco di Sanremo”. La Rai: “Nessun contatto”

La premier torna sul tema: “Allevatori difesi dal governo ben prima delle proteste”. Roma si prepara ai cortei

Sta diventando il vero tormentone di Sanremo. Ma alla fine gli allevatori riusciranno a salire sul palco del teatro Ariston per manifestare il proprio dissenso contro le politiche europee in tema di agricoltura? Quella di stasera sembrava essere la volta buona: ieri pomeriggio Filippo Goglio, leader di ‘Riscatto agricolo’, aveva spiegato che il movimento aveva parlato con Amadeus il quale si era detto d’accordo per un intervento in diretta di una delegazione nel corso del terzo appuntamento del Festival. Ma sempre ieri intorno alle 19, così come già accaduto lunedì, è arrivata la smentita dell’ufficio stampa della Rai con un categorico “nessun contatto con gli agricoltori”, ufficializzando in pratica che nessuna trattativa era iniziata. Stando così così le cose, sembra quasi che gli agricoltori giochino ad ‘auto-invitarsi’ senza fare i conti con gli organizzatori della manifestazione più importante della televisione italiana. La sensazione è che comunque nelle prossime ore la situazione possa sbloccarsi e che in qualche modo l’invito di Amadeus, che ha parlato di una “protesta giusta” possa trasformarsi in realtà.

‘Riscatto agricolo’ già in Riviera

Adesso una domanda nasce spontanea? Ma tutti gli allevatori italiani sarebbero comunque d’accordo dall’essere rappresentati dalla sigla di ‘Riscatto agricolo’? Già, perché la Rai ha fatto comunque sapere di aver ricevuto diverse mail da singoli agricoltori e da piccoli gruppi: “Non sappiamo con chi parlare”, il commento del Direttore dell’ufficio stampa della Tv di Stato Fabrizio Casinelli. E difatti anche il collettivo degli Agricoltori Autonomi di Alessandria, che domani manifesterà all’interno della cittadina ligure, ha inoltrato agli organizzatori del Festival la possibilità di essere ospitato. Comunque, senza sapere né leggere né scrivere, una delegazione di circa 20 trattori di ‘Riscatto agricolo’ è partita ieri dal presidio di Melegnano per raggiungere Sanremo nel corso della notte. In realtà alcuni agricoltori di questa sigla lombarda già da ieri erano in città, con l’oramai immancabile mucca Ercolina.

Movimenti nella Capitale

Spostandoci più a Sud, a Roma per la precisione, bisogna dire che in zona Nomentana, fuori dal centro della Capitale, a ieri erano circa 150 i trattori provenienti soprattutto dalla Toscana e dall’Alto Lazio e riuniti sotto la sigla ‘Rispetto e dignità’. Obiettivo, avere il permesso dalla questura per una manifestazione all’interno della città. Sempre con le forze dell’ordine si è tenuta una riunione con la sigla ‘Cra Agricoltori traditi’: un corteo di protesta potrebbe esserci però non prima di lunedì prossimo e la ‘metà’ potrebbe essere il Circo Massimo. Nel cuore pulsante di Roma. Ma già oggi alcuni trattori dovrebbero arrivare all’esterno del Grande Raccordo Anulare.

3 miliardi del Pnrr per le aziende agricole

Intanto ieri il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è tornato sul tema del malcontento degli allevatori, spiegando che il governo ha difeso gli agricoltori già da mesi “da alcune scelte troppo ideologiche”, ricordando che con la rinegoziazione del Pnrr sono stati liberati 3 miliardi di euro per le aziende agricole “perché da molto prima che si scendesse in piazza il governo si era impegnato”.

Anche il Segretario generale dell’Ugl Paolo Capone è intervenuto sulle richieste provenienti dal mondo degli agricoltori dicendo che la politica non può trascurare quanto sta accadendo, parlando di aumento dell’inflazione, rincaro delle materie prime, divario inaccettabile tra i prezzi pagati ai produttori e il prezzo finale del prodotto sul mercato, nonché l’eccessiva burocrazia europea: “è necessario supportare gli agricoltori attraverso sgravi fiscali, incentivi e misure di sostegno per incoraggiare il comparto a crescere. Inoltre, occorre che il governo intraprenda azioni volte a contrastare, da un lato, le politiche ambientali dell’Unione Europea che comportano costi gravosi per i lavoratori e, dall’altro, le importazioni di cibo a basso costo che danneggiano la produzione nazionale e le eccellenze del ‘made in Italy’ a scapito delle produzioni locali e regionali”.

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