domenica, 17 Novembre, 2024
Attualità

Cgia: gli sprechi della PA sono più del doppio dell’evasione fiscale

Dure accuse degli artigiani veneti

“Ci sono ragionevoli certezze nel ritenere che nel rapporto tra lo Stato e il contribuente italiano, il soggetto maggiormente penalizzato dai “danni” provocati dalla condotta disonorevole dell’altro non sia il primo, bensì il secondo.” Lo scrive la Cgia di Mestre che ribadisce la propria posizione di confronto con una non meglio precisata burocrazia statalista e sprecona. La tesi della Cgia è che se assumiamo, come sostiene il Ministero (non il ministro, ma “il Ministero”) dell’Economia e delle Finanza che l’evasione è di 83,6 miliardi, allora dobbiamo anche dire che “gli sprechi e gli sperperi della Pubblica Amministrazione ammontano ad almeno 180 miliardi di euro l’anno.” Dunque chi deve darsi una regolata non è il cittadino, ma lo Stato, ovvero chi lo governa e lo amministra.

Evasione e spreco sono danni

“Rammentando che uno Stato di diritto si basa, tra le altre cose, sul principio della legalità, le leggi devono essere rispettate da tutti: sia dai soggetti pubblici che da quelli privati”, precisa il Centro studi della Cgia, che porta ad esempio le innumerevoli infrazioni dei ministeriali italiani per violazioni dell’ordinamento europeo, e “chi evade non è giustificato a farlo”, va detto che è un danno per tutti anche una cattiva Pubblica amministrazione. “L’evasione fiscale rappresenta un cancro per la nostra economia e va debellata. Ma con la stessa determinazione dobbiamo eliminare anche le inefficienze che, purtroppo, caratterizzano negativamente le performance della nostra macchina pubblica. “La lentezza con cui lavorano molti uffici pubblici e la nostra giustizia, oppure gli sprechi presenti nella sanità e nel trasporto pubblico locale richiedono un intervento di rimozione immediato.”

I dati dello spreco

Dunque nessun numero questa settimana dalla Cgia di Mestre, ma considerazioni ben più rilevanti politicamente. E quindi un elenco di esempi degli sperperi pubblici verso i quali nessun cittadino può essere assuefatto. Il costo annuo sostenuto dalle imprese per la gestione dei rapporti con la PA (burocrazia) è pari a 57,2 miliardi di euro. I debiti commerciali della PA nei confronti dei propri fornitori ammontano a 49,5 miliardi di euro. La lentezza della Giustizia costa al sistema Paese 2 punti di Pil all’anno che equivalgono a 40 miliardi di euro. Le inefficienze e gli sprechi presenti nella sanità sono quantificabili in 24,7 miliardi di euro ogni anno. Gli sprechi e le inefficienze presenti nel settore del trasporto pubblico locale ammontano a 12,5 miliardi di euro all’anno. “In buona sostanza – conclude la nota della Cgia – possiamo comunque affermare che l’ammontare dell’evasione fiscale sia molto inferiore agli effetti negativi generati dal cattivo funzionamento della nostra PA che, purtroppo, continua a mantenere livelli di qualità e di quantità dei servizi offerti inferiori alla media europea.” Resta la domanda di sempre: a chi tocca rispondere ai numeri e tirata di orecchie degli artigiani veneti?

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