Secondo il rilevamento dell’Istituto nazionale per la ricerca spaziale (Inpe), la deforestazione nella regione amazzonica del Brasile ha registrato un calo del 50% nel 2023 rispetto all’anno precedente. In base ai dati dell’Inpe nel 2023 è andata persa un’area di 5.100 chilometri quadrati della foresta amazzonica, la cifra più bassa registrata dal 2018. Alla riduzione della deforestazione in Amazzonia fa tuttavia da contrappeso l’incremento della perdita di vegetazione nella regione del Cerrado, la grande savana tropicale che costituisce il secondo bioma più importante del Brasile. Qui nel 2023 è stata distrutta vegetazione su una superficie di 7.800 chilometri quadrati, con un incremento del 43% rispetto all’anno precedente. In questo caso si tratta del tasso più alto dal 2019. Nel complesso, considerando entrambi i biomi, l’anno scorso la distruzione ha interessato 12.979 km², il che rappresenta un calo del 18% rispetto al 2022.
Dati a confronto
Il tasso di deforestazione della foresta amazzonica brasiliana aveva già registrato un calo del 22,3% annuo nel periodo compreso da agosto del 2022 fino a luglio del 2023. Attraverso le immagini satellitari l’Inpe aveva rilevato una diminuzione di 9.001 chilometri quadrati della superficie forestale. Dai dati risultava che l’inversione della curva di deforestazione si registrava a partire da gennaio 2023, in coincidenza con l’insediamento del presidente Luiz Inacio Lula da Silva. Nel periodo da agosto a dicembre invece, ancora sotto il precedente governo dell’ex presidente Jair Bolsonario, il tasso segnava un incremento del 54% da agosto. Il ministero dell’Ambiente aveva sottolineato in quell’occasione che da gennaio a luglio si registrava inoltre un incremento del 104% delle denunce di infrazioni contro la flora dell’Amazzonia, accompagnato da un incremento dei sequestri (+61%), degli embarghi (+31%) e della distruzione di attrezzature (+41%) e dei minatori clandestini (garimpeiros).