Bene il sistema della laurea abilitante, introdotto dal nuovo Decreto Legge in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Mentre per i neo laureati per ora niente corsie d’ospedale, un coinvolgimento, “Impensabile se non in situazioni di catastrofe e comunque per un periodo di tempo limitato”. Così il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, commenta il nuovo Decreto Legge, annunciato dal Consiglio dei Ministri con un comunicato.
Bene quindi il sistema della laurea abilitante, “Si tratta”, spiega Anelli, “di una deburocratizzazione delle procedure, che facilita l’iter e alleggerisce le incombenze”.
Tra le disposizioni introdotte, quelle sull’abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo, “con la previsione che il conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e chirurgia abiliti all’esercizio della professione di medico chirurgo, previo giudizio di idoneità sui risultati relativi alle competenze dimostrate nel corso del tirocinio pratico-valutativo svolto all’interno del corso di studi”.
“Ora il sistema va preservato in termini di qualità”, fa presente Anelli, “da parte nostra, stiamo stendendo linee guida per una procedura semplificata di iscrizione all’Albo, considerando anche la situazione di emergenza per cui molti Ordini sono chiusi o decimati nell’organico, con l’obiettivo di dare immediatamente agli abilitati la possibilità di iscriversi”. Proprio in questo contesto così difficile Anelli rilancia la richiesta. “Chiediamo al Governo un ulteriore impegno, quello di prevedere subito diecimila borse, in modo da far entrare nelle Specializzazioni e al Corso di Medicina Generale tutti i neolaureati e i medici già presenti nell’imbuto formativo”, osserva il presidente Fnomceo, “si eviterebbe così un gap nella formazione di un’intera leva di medici, che non solo inficerebbe la corretta gestione dell’epidemia, ma che, finita l’emergenza, si ripercuoterebbe in un gap di qualità di tutto il sistema”. Cosa molto diversa per Filippo Anelli, invece, il coinvolgimento immediato di neo laureati nelle corsie di ospedali ora alle prese con gravissime emergenze.
“Impensabile”, secondo il presidente Fnomceo, “se non in situazioni di catastrofe e comunque per un periodo di tempo limitato”. Il motivo è semplice, perché l’emergenza coronavirus impone oggi competenze acquisite, capaci di intervenire in momenti difficilissimi che l’emergenza impone.
“Per la gestione del Covid-19 occorrono figure altamente specializzate, anestesisti-rianimatori, infettivologi”, spiega ancora Anelli, “che non possono in alcun modo essere sostituite. Possiamo pensare di anticipare ulteriormente l’ingresso degli specializzandi negli ospedali, magari già dal secondo anno di corso, ma solo in concomitanza con un percorso formativo”.
“Già oggi i medici specializzandi degli ultimi anni di corso possono essere impiegati nel Servizio sanitario nazionale. Questo dá la possibilità alle Università di ampliare sin da ora l’offerta formativa”, conclude presidente Fnomceo, “Chiediamo dunque al Governo un nuovo provvedimento, per cui ogni Scuola raddoppi il suo fabbisogno e vengano stanziate le diecimila borse per le Scuole e il Corso per la Medicina Generale”.