“La pace è anche un grande tema che riguarda la cultura che è un lievito che può rigenerare la pace. E con essa i valori umani che le guerre tendono a cancellare, annegandoli nell’odio, nel rancore, nella vendetta, indotti dagli estremismi nazionalistici. In questo momento parlare di cultura, pensare la cultura, trasmettere culturavuol dire alzare lo sguardo, per un compito di grande portata”.Parole, queste, pronunciate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della cerimonia di inaugurazione che ha visto ieri la città di Pesaro diventare ufficialmente la Capitale italiana della Cultura 2024. E dunque, anche in questa occasione, il Capo dello Stato è tornato a trattare il tema della guerra, sottolineando il significato profondo della cultura come elemento fondamentale per la costruzione e il mantenimento della pace.
Mattarella, accolto da una standing ovation da parte delle 8mila persone presenti all’interno del Palazzello dello Sport di Pesaro, ha sottolineato che la cultura agisce come una paziente semina, specialmente nelle nuove generazioni, “perché è beneficamente contagiosa e permette di riflettere sulla storia per non ricadere negli errori del passato. Permette di ammirare l’arte, la bellezza, l’ingegno, consapevoli che l’estetica non può separarsi da un’etica di rispetto per la persona”.
“Le guerre ci riguardano”
Pace, cultura e responsabilità, per il Presidente, devono andare insomma di pari passo in un mondo segnato da guerre che si combattono ai confini d’Europa e che dunque non sono un problema distante, “ma un’urgenza che coinvolge tutti”. Ha evidenziato come il vento delle morti, delle distruzioni e degli odi percorra distanze più rapide delle armi, incidendo profondamente sulle esistenze, sulle economie e soprattutto sulle coscienze. E su questo punto Mattarella ha richiamato il ruolo fondamentale dell’Europa nel Dopoguerra, rinata con la promessa di pace iscritta nella sua identità. “La straordinaria stagione di creatività culturale della seconda metà del Novecento”, ha aggiunto, “è figlia di quella scelta. Quella promessa di pace ha generato libertà e uguaglianza, consentendo anche di rianimare la parola ‘fraternità’, che la Rivoluzione francese aveva issato sui pennoni, e poi oscurata nell’evolvere dei conflitti sociali, dagli insorgenti nazionalismi, dalla pretesa di ridurre ‘ad unum’ il volere dei popoli, dalle volontà di potenza Questioni cruciali, queste, che chiamano alla responsabilità i governanti”.
Intelligenza e coraggio per il futuro
Il Presidente ha poi elogiato Pesaro per aver assunto il compito di essere la Capitale italiana della Cultura nel 2024, con il tema ‘La natura della Cultura’. E Mattarella ha aggiunto che per affrontare le sfide del futuro, sono necessari intelligenza e coraggio per tracciare nuove strade. Pesaro, con la sua iniziativa, ha spiegato il Capo dello Stato, si propone di essere un luogo in cui arte, natura e tecnologia si fondono per creare un ambiente ricco di significato, contribuendo al progresso della società e alla promozione della pace attraverso la cultura che ha anche un ruolo centrale come veicolo di libertà e unione.
Artigiani dell’immaginario
‘Artigiani dell’immaginario’ è uno degli slogan che caratterizzano la città marchigiana in questa ricorrenza. Mattarella ha evidenziato l’importanza di unire il concetto di artigianato alla culturaimmateriale e alla creatività: “Tanti verranno a Pesaro”, ha detto il Presidente, “da ogni parte d’Italia, d’Europa, da altri luoghi, per incontrarvi, per conoscere il vostro patrimonio storico-artistico. Èuna conseguenza di quella circolarità della cultura che non sopporta restrizioni o confini, che pretende il rispetto delle opzioni di ogni cittadino, che respinge la pretesa, sia di pubblici poteri o di grandi corporazioni, di indirizzare le sensibilità verso il monopolio di un pensiero unico”.
Tra le autorità presenti all’inaugurazione di ieri (condotta da Paolo Bonolis), il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci e il Governatore delle Marche Francesco Acquaroli.