L’economia italiana stenta a decollare e nei prossimi anni non darà evidenti segnali di crescita. Solamente nel biennio 2023-2024 la crescita economica del nostro Paese è stimata dalla Banca d’Italia al di sotto dell’1% con una crescita del Prodotto interno lordo quasi impercettibile. “Prevediamo che il 2023 si sia chiuso con una crescita del Pil fra lo 0,6% e lo 0,7% e nel 2024 sarà sotto l’1% per poi passare all’1% nel 2025”. Sono queste le parole del Governatore di Bankitalia Fabio Panetta nel suo intervento al Comitato esecutivo dell’Abi, il quale si è svolto presso la sede milanese alla presenza dei vertici dell’associazione e dei membri del Comitato. Il numero uno di Bankitalia ha poi parlato della crescita stentata dell’Italia nel trimestre scorso ma lievemente migliore rispetto al resto dell’Europa. “Siamo in una fase di rallentamento ciclico, il trimestre scorso siamo cresciuti in modo stentato come l’Europa, anzi l’Italia ha racimolato qualche decimale di crescita e a livello europeo la crescita è stata negativa”, ha spiegato Panetta, riconoscendo che “c’è una spinta dai consumi e dalla tenuta dell’occupazione e questo è positivo”.
Inflazione sotto controllo
Per Panetta i motivi principali del rallentamento economico che ha colpito il nostro Paese sono da attribuirsi alle difficoltà dell’economia cinese, al periodo di particolare difficoltà che stanno attraversando le catene di approvvigionamento globali e alla politica di restrizione monetaria voluta dalle banche centrali. Il Governatore di Bankitalia in questo scenario ha riconosciuto che questa è “una delle fasi rare, come negli anni 70” in cui le banche centrali restringono le condizioni monetarie con effetti molto forti sulla domanda per contrastare l’inflazione che ha colpito molti Paesi dell’Unione europea. Panetta ha poi parlato del calo dell’inflazione nel Paese sottolineando che “la novità positiva per l’Italia è che l’inflazione è tornata stabilmente sotto il 2% e si prevede che rimanga in media sotto controllo nel prossimo triennio”. Panetta, inoltre, ha affermato che secondo lui “la disinflazione in atto è forte. Non mi lancio in previsioni su quando si taglieranno i tassi alla Bce perché non lo so e se lo sapessi non ve lo direi”.
Taglio dei tassi d’interesse
Riguardo l’inflazione arrivano dalla Presidente della banca centrale europea Christine Lagarde i primi segnali sul taglio dei tassi d’interesse. Durante il World Economic Forum la presidente della Banca Centrale Europea ha dichiarato che “il taglio ai tassi potrebbe arrivare in estate, ma dobbiamo essere cauti, perché continuiamo a dipendere dai dati e ci sono alcuni indicatori che non sono ancorati al livello in cui vorremmo vederli”. La numero uno di Francoforte si è unita, in seguito, ad altri banchieri centrali dell’Eurozona nel tentativo di smorzare le aspettative di un imminente allentamento della politica monetaria: “Le scommesse del mercato su tagli aggressivi dei tassi sono una distrazione e non aiutano la lotta contro l’inflazione, soprattutto se l’anticipazione è tale da essere troppo alta rispetto a ciò che probabilmente accadrà”. Lagarde ha, inoltre, indicato i mesi di aprile e maggio come cruciali per agire sui tassi d’interesse, quando Francoforte riceverà i dati dai contratti collettivi sui salari di quest’anno, che potrebbero darle una buona idea di dove stanno andando i redditi delle famiglie e quindi l’inflazione.