sabato, 23 Novembre, 2024
Ambiente

Italia divisa a metà: gelo sulla Penisola, ma isole senza acqua

L’Italia sta vivendo un’inusuale dicotomia climatica: mentre il freddo abbraccia la Penisola, le Isole affrontano un’allarme siccità senza precedenti. La Sardegna, in particolare, ha sollevato la richiesta dello stato di calamità a causa delle ripercussioni sul sistema agropastorale e dei rischi imminenti per il sistema irriguo nei prossimi mesi. Nel frattempo, in Sicilia, le precipitazioni del secondo semestre del 2023 sono state le più scarse degli ultimi cento anni, secondo il Servizio informativo agrometeorologico regionale.

L’analisi della Coldiretti sul monitoraggio dell’andamento climatico anomalo a inizio anno rivela uno scenario allarmante. Il 2023 è stato ufficialmente dichiarato l’anno più caldo mai registrato in Italia, con una temperatura media superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020, secondo Isac Cnr. Questa tendenza è attribuita al cambiamento climatico, che si manifesta non solo con un surriscaldamento generale, ma anche con un aumento della frequenza di eventi estremi, sfasamenti stagionali e il rapido passaggio dalla siccità alle alluvioni.

Danni da 6 miliardi di euro

L’agricoltura, motore economico del Paese, è quella che subisce più direttamente le conseguenze dei cambiamenti climatici. Nel 2023, i danni provocati dalla siccità e dal maltempo hanno superato i 6 miliardi di euro, come denunciato dalla Coldiretti. L’associazione sottolinea che il grande freddo che ha colpito la Penisola mette a rischio le coltivazioni invernali, come cavoli, verze, cicorie e broccoli. Sebbene queste piante possano resistere a temperature di qualche grado sotto lo zero, gelate prolungate o un repentino abbassamento delle temperature possono causare danni significativi.

Il calo delle temperature e il gelo rischiano anche di bruciare fiori e gemme, con possibili effetti pesanti sui prossimi raccolti. La Coldiretti evidenzia che il caldo anomalo in alcune regioni, come la Toscana, ha anticipato il risveglio delle varietà più precoci di pesche e susine.

La crisi climatica ha anche un impatto economico diretto sui costi del riscaldamento delle serre per la coltivazione di ortaggi e fiori, con un aumento delle bollette.

Situazioni critiche

Nonostante le recenti piogge, la Sardegna si trova in una situazione critica di crisi idrica a gennaio. Le richieste d’acqua hanno superato il consueto, portando a una riduzione di oltre 14 milioni di metri cubi nella disponibilità idrica degli invasi solo nel mese di dicembre. Attualmente mancano circa 380 milioni di metri cubi rispetto alla media degli anni recenti, secondo l’Autorità Bacino Regionale della Sardegna.

Anche la Sicilia, nonostante le precipitazioni, è alle prese con una grave crisi idrica. Le riserve idriche negli invasi al primo dicembre erano inferiori di 45,6 milioni di metri cubi (-13%) rispetto all’anno precedente. Al momento, mancano circa 54 milioni e mezzo di metri cubi rispetto alle medie più recenti, secondo le analisi Anbi basate sui dati del Dipartimento Regionale dell’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico Sicilia.

Insomma, la crisi climatica in corso mette in evidenza la necessità di affrontare in modo urgente e coordinato le sfide legate ai cambiamenti climatici, proteggendo le risorse naturali e implementando soluzioni sostenibili per l’agricoltura e la gestione delle risorse idriche.

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