giovedì, 26 Dicembre, 2024
Ambiente

La Lista Rossa globale della IUCN comprende ora 157.190 specie, di cui 44.016 sono a rischio di estinzione

In occasione della 28esima Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, svoltasi negli Emirati Arabi, la “IUCN”, Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, ha pubblicato l’aggiornamento della Lista Rossa, il più completo inventario del rischio di estinzione delle specie a livello globale. La Lista Rossa globale della IUCN comprende oggi 157.190 specie minacciate, di cui 44.016 sono a rischio di estinzione. L’aggiornamento della Red List, che raccoglie periodicamente le valutazioni basate su un sistema di categorie e criteri quantitativi scientificamente rigorosi, include inoltre la prima stima globale dei pesci d’acqua dolce del mondo, rivelando che il 25% delle 14.598 specie valutate sarebbe a rischio. “Il cambiamento climatico minaccia un numero crescente di specie, dal salmone atlantico alle tartarughe verdi” afferma la IUCN International. “Gli sforzi di conservazione sono riusciti a mettere in sicurezza due specie di antilopi dal pericolo dell’estinzione, ma il cambiamento climatico potrebbe minarne il futuro”.

Legami tra i mutamenti climatici e il calo della biodiversità

“Il cambiamento climatico sta minacciando la biodiversità del nostro pianeta e mette in crisi la capacità della natura di soddisfare i bisogni umani fondamentali”, ha dichiarato Grethel Aguilar, direttrice generale della IUCN. “Questo aggiornamento della Lista Rossa IUCN evidenzia i forti legami tra i mutamenti climatici e il calo della biodiversità, crisi che devono essere affrontate congiuntamente. Il declino delle specie è una delle emergenze provocate dal cambiamento del clima. Abbiamo la possibilità di fermarlo, con un’azione urgente e ambiziosa, per mantenere il surriscaldamento entro 1,5 gradi”. “L’aggiornamento della Lista Rossa IUCN mostra le possibilità di successo degli sforzi di conservazione a livello locale, nazionale e internazionale – ha sottolineato la presidente della IUCN, Razan Al Mubarak – Storie di successo, come quella della tutela dell’orice dalle corna a scimitarra (passato da ‘estinto’ a ‘minacciato’) dimostrano che le attività di tutela funzionano. Per garantire che i risultati della conservazione siano durevoli occorre, tuttavia, affrontare con decisione le interconnessioni fra la crisi climatica e quella della biodiversità”.

La IUCN

La IUCN, fondata oltre 60 anni fa, ha la missione di “influenzare, incoraggiare e assistere le società in tutto il mondo a conservare l’integrità e diversità della natura e di assicurare che ogni utilizzo delle risorse naturali sia equo e ecologicamente sostenibile”. L’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura conta oggi oltre 1000 membri tra stati, agenzie governative, agenzie non governative e organizzazioni internazionali: in Italia ne fanno parte la Direzione per la Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente, le principali organizzazioni non governative per la protezione dell’ambiente, enti di ricerca e alcune aree protette. Alla IUCN è affiliata una rete di oltre 10.000 ricercatori che contribuiscono come volontari alle attività scientifiche e di conservazione. Attiva da 50 anni, la Lista Rossa IUCN è il più completo inventario del rischio di estinzione delle specie a livello globale. Le valutazioni soggettive del livello di rischio di estinzione sono basate su un sistema di categorie e criteri quantitativi scientificamente rigorosi. Tali categorie e criteri, applicabili a tutte le specie viventi a eccezione dei microrganismi, rappresentano lo standard mondiale per la valutazione del rischio di estinzione.

L’aggiornamento della Red List

L’aggiornamento periodico della IUCN Red List of Threatened Species, o Lista Rossa IUCN delle Specie Minacciate, contiene la prima valutazione completa delle specie di pesci d’acqua dolce del mondo. Nel dettaglio, il 25% (3.086 su 14.898 specie ittiche valutate) sono a rischio di estinzione. Almeno il 17% delle specie ittiche d’acqua dolce minacciate sono colpite dai cambiamenti climatici, tra cui la diminuzione del livello dell’acqua di fiumi e laghi e l’innalzamento del livello del mare che causa l’ingresso dell’acqua salata nei fiumi (cuneo salino). A ciò si aggiungono le minacce derivanti dall’inquinamento, che colpisce il 57% delle specie d’acqua dolce a rischio, l’estrazione intensiva dell’acqua e gli effetti delle dighe, che riguarda il 45% delle specie, la pesca eccessiva, che ne minaccia il 25% e le specie invasive e le malattie, che colpiscono il 33% dei pesci d’acqua dolce.

 

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