lunedì, 23 Dicembre, 2024
Esteri

Libia: l’accordo con compagnie straniere su giacimenti petroliferi suscita polemiche

Non si placano le polemiche in Libia dopo che il Governo di unità nazionale (Gun) di Tripoli e la National Oil Corporation hanno annunciato l’intenzione di firmare un accordo con 3 compagnie straniere alla fine di questo mese per investire nel giacimento di Hamada Al-Hamra. L’accordo che consente alle compagnie straniere di sfruttare la produzione del giacimento di gas Hamada al-Hamra, situato a sud della capitale Tripoli, ha scatenato diffuse polemiche e disaccordi politici. Se da un lato il governo di unità nazionale ha difeso l’importanza di questo accordo e il suo impatto sul settore petrolifero e dell’economia nazionale, altri partiti politici libici si rifiutano di rinunciare a questo campo.

Tre nuovi contratti

La polemica è scoppiata dopo che il Governo di unità nazionale di Tripoli e la National Oil Corporation hanno annunciato l’intenzione di firmare un accordo con 3 società straniere alla fine di questo mese per investire nel giacimento petrolifero Hamada Al-Hamra, che produce circa 8.000 barili al giorno. Per i media libici, viene contestato la parte dell’accordo che prevede che queste compagnie straniere possano avere il 40 per cento della produzione. Si tratta di un consorzio straniero, che comprende la società italiana Eni, la emiratina ADNOC e la società petrolifera turca. Il governo di Dabaiba “intende firmare l’accordo all’inizio del prossimo anno, che prevede la cessione di circa il 40% della produzione del giacimento a una coalizione di società straniere”.

Negligenza delle capacità pubbliche

Il Consiglio Supremo di Stato ha ritenuto in una nota che questa misura costituisca una negligenza delle capacità pubbliche, un esempio lampante di violazione della legislazione nazionale e una chiara violazione delle disposizioni dell’Accordo politico libico firmato a Skhirat. Il Consiglio Supremo di Stato ha invitato il Governo di Unità Nazionale e la Compagnia petrolifera a interrompere immediatamente le trattative in corso per concludere il contratto per lo sviluppo del giacimento. In precedenza, il Parlamento aveva messo in guardia il governo di unità nazionale dal firmare un accordo di investimento nel giacimento di Hamada Al-Hamra, ritenendolo di natura politica sospetta. Anche il Ministero del Petrolio si è opposto all’accordo. Il ministero, in una nota, ritiene che la quota di produzione del giacimento detenuta dalla joint venture (40%) è molto elevata e senza precedenti rispetto alle quote attualmente in vigore in Libia, avvertendo che questo accordo potrebbe spingere altre compagnie petrolifere a chiedere la modifica dei loro contratti e la concessione di maggiori quote.

 

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