martedì, 24 Dicembre, 2024
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Se Capri fosse vicino Milano…

Ero un ragazzino e si diceva che se Capri fosse stata in provincia di Milano avrebbe prodotto ricchezza per un anno intero. Però all’epoca Capri era Capri. Inclusiva, accogliente, fascinosa e ancora protetta da un orgoglioso atteggiamento “isolano”, Capri negli anni 90 del Novecento era meno destagionalizzata del secolo precedente, quando inglesi ed europei continentali, bohemiene e non solo, ci andavano per svernare; Capri manteneva quel fascino dettato da un’offerta culturale elevatissima. Ci potevi trovare giovani da tutto il mondo “poveri ma belli” assieme a famiglie middle class e benestanti e miliardari americani. Tutto l’anno. Quanti Capodanni in piazza. Poi, i troppi soldi di arabi, russi e cinesi hanno dato la lezione che si può vivere di soldi facili. E questa lezione ha ucciso il marchio “Capri” che si è pure trovato orfano di quei personaggi visionari e identitari come Guido Lembo. Quella Capri era un unicum di “miseria (ma sempre con dignità) e nobiltà”, di ricchi e poveri… anche finti, ma pur sempre personaggi veri che interpretavano un ruolo oserei dire teatralmente istituzionale. Scialapopolo non era solo un locale buonissimo: era uno stile, un atteggiamento per cui si premiavano gli originali, non gli omologati. Le persone vere, non le fotocopie, conformiste. E il Capodanno si festeggiava a casa e in piazzetta perché la “casa del mare della classe media aveva bisogno di vivere e che vita… La casa non era un investimento immobiliare tour court: era un luogo con l’anima. Adesso è un posto da ristrutturare e manutenere per fitti brevi, da far gestire da mariti operai rumeni e poi durante la stagione, dalle mogli governanti. Per carità sarà ancora un modello sostenibile che pensa di limitare il traffico del turismo giornaliero… ma quanto può durare? Che prospettiva dà al marchio Capri? Il fascino e il prestigio di un marchio di difende e si costruisce con una spinta culturale non con miopia e gretto conformismo. “Capri Hollywood” il format di successo del caro Pascal Vicedomini con ospiti internazionali si sta svolgendo a Napoli… perché Capri è chiusa per… le feste. Ma si può? Quisisana? Chiuso. Qui si scappa come fanno gli isolani di tutte le isole. Chiudono e partono. Capri si scopre così più somigliante a tutte le altre isole e destinazioni turistiche. Certo vivere a Capri tutto l’anno è dura. Ma ci sono stagioni della vita e Bellezza senza tempo. Riflettiamoci tutti. Per l’anno prossimo ci sediamo attorno a un tavolo e parliamo dei tempi del turismo che richiedono partecipazione e programmazione, ma pure scelte strategiche. È il modello public private partnership e le amministrazioni comunali non possono fare solo i notai delle scelte degli altri… ma questo è il tema di un prossimo articolo.
Mi scuso con la mia Amica Deborah Dell’Acqua milanese e vicesegretario del partito della Meloni a Milano… Deborah farà il Capodanno a Capri ma non troverà quello che ho vissuto, che porto nel cuore e che mi ha fatto diventare grande. La lezione di Stile di Capri.

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