Secondo un sondaggio della Israel Innovation Authority, con il conflitto in corso da più di due mesi circa il 50% delle startup in fase iniziale afferma di lottare con un orizzonte di sopravvivenza inferiore a sei mesi. L’indagine condotta su un campione di 500 startup in fase iniziale nell’ultimo mese ha mostrato che attrarre e ottenere finanziamenti critici è la sfida più grande durante l’attuale periodo di guerra, insieme al reclutamento di clienti alle prese con l’incertezza locale del periodo bellico. Lo riferisce The Times of Israel. Migliaia di lavoratori del settore high tech e fondatori di startup sono stati arruolati nell’esercito come riservisti. Questa situazione presenta sfide di rilievo soprattutto per le startup in fase iniziale, sia in termini di ottenimento di finanziamenti critici, poiché sono percepite come ad alto rischio, sia in termini di operazioni quotidiane. Inoltre, l’incertezza sulla durata della guerra e sulla sua portata ha tenuto lontani gli investitori stranieri.
L’autonomia finanziaria
Dai risultati dell’indagine condotta dall’Autorità israeliana per l’innovazione, incaricata di indirizzare le politiche tecnologiche della nazione, emerge chiaro che la maggior parte delle startup in fase iniziale hanno una autonomia finanziaria fino a sei mesi, mentre il 28% ha indicato di avere fino a tre mesi prima che si esauriscano le riserve di liquidità. Ancora più preoccupante è il fatto che, secondo l’indagine, il 56% dei fondatori e manager di start-up in fase iniziale teme che ci sia un’alta probabilità di non riuscire a ottenere un altro round di finanziamento. La dipendenza dell’economia israeliana dal settore tecnologico è cresciuta in modo significativo negli ultimi dieci anni e ora contribuisce per il 18% al PIL, contro meno del 10% negli Stati Uniti e circa il 6% nell’UE. Circa il 14% di tutti i dipendenti lavora nel settore tecnologico e in lavori tecnologici in settori correlati. L’economia israeliana si basa su prodotti e esportazioni ad alta tecnologia, che rappresentano circa il 50% delle esportazioni totali, nonché sulle tasse gravanti sul settore.
Economia globale
Anche prima dello scoppio della guerra, le aziende tecnologiche israeliane hanno registrato un rilevante crollo degli investimenti, fino al 70%, esacerbato sia dal rallentamento economico globale, che dalla controversa revisione giudiziaria avanzata dal Governo all’inizio di quest’anno. Le preoccupanti tendenze sopra ricordate, che si sono intensificate dall’inizio della guerra, hanno spinto l’Autorità israeliana per l’innovazione a lanciare nelle ultime settimane piani di finanziamento di emergenza e incentivi agli investimenti con l’obiettivo di destinare circa 1 miliardo di shekel (250 m;n di euro, ndr) alle startup a corto di liquidità. Una delle principali sfide dell’industria high-tech è il graduale declino del numero di start-up create in Israele nell’arco di oltre un decennio: da un record di 1.400 startup avviate nel 2014, il numero è crollato a circa 600 startup nel 2022.