giovedì, 19 Dicembre, 2024
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Scuola: con il modello Dada gli alunni si spostano da un’aula all’altra nel cambio di lezione

In dieci anni oltre 180 scuole in Italia hanno aderito al modello “DADA”. Il termine DADA è un acronimo di “Didattiche per Ambienti Di Apprendimento”: non a caso, il primo dei pilastri di cui si compone è quello che vede le aule delle scuole come un ambiente attivo di apprendimento. L’innovativo modello è un’iniziativa nata, sviluppata e promossa autonomamente dai licei ‘A. Labriola’ di Ostia e ‘J.F. Kennedy’ di Roma nell’anno scolastico 2014/2015. Secondo il modello DADA le aule vengono personalizzate per ciascuna materia e quindi non sono assegnate alla classe, bensì ai docenti. Ogni aula rispecchia una disciplina e gli alunni si spostano da un’aula all’altra nel cambio di lezione, proprio come avviene negli Stati Uniti.

Il movimento per la concentrazione

Nel 2015 gli anzidetti licei hanno costituito la Rete Nazionale di Scuole DADA, sottoscrivendo il “Manifesto delle scuole Modello DADA” redatto da Ottavio Fattorini, Dirigente Scolastico e fondatore del modello. Gli alunni si sposterebbero dunque da una classe all’altra per il cambio della lezione. Questo perché, secondo il principio Scuole Modello DADA “il movimento del corpo è funzionale al processo di insegnamento-apprendimento e per la riattivazione della concentrazione e delle capacità cognitive: non esistono tempi che non siano anche indirettamente funzionali agli apprendimenti”. Nelle scuole DADA gli spostamenti degli studenti sono considerati “uno stimolo energizzante la capacità di concentrazione, come testimoniato da accreditati studi neuro scientifici, che ci indicano come il modo migliore per attivare la mente (le sue cognizioni e le sue emozioni) sia mantenere in movimento, anche leggero, il corpo”.

L’aula adattabile

Ciò rende possibile e abilita l’adattabilità continua dei ‘setting didattici’, “in cui giocano un ruolo fondamentale non tanto la disponibilità delle ICT (tecnologie) e gli arredi flessibili e versatili quanto la visione didattico-pedagogica del docente”, si legge nel Manifesto delle Scuole Modello DADA. Inoltre, questo consente “l’arricchimento e la personalizzazione degli spazi comuni con il contributo di tutti” al fine di un “abbellimento dell’intero edifico scolastico con la progressiva caratterizzazione di spazi tematici, artisticamente decorati o funzionalmente allestiti, nonché fruiti come prodotti di apprendimento trialogico”, approccio che prevede la realizzazione di oggetti utili e concreti tramite l’alternanza di attività individuali e di gruppo, supportate da tecnologie digitali.

Pareti come elementi attivi

A Milano a partire da settembre 2024 il modello Dada debutterà per la prima volta in una scuola media e in una prima elementare dell’Istituto Comprensivo Statale “Luigi Galvani”. Tale modello segna un cambiamento radicale: i giovani studenti non saranno più semplici riceventi passivi della conoscenza, ma protagonisti attivi del proprio percorso educativo. Questa scuola media si trasformerà in un ambiente dinamico e stimolante. Aule tematiche, corridoi, gradini e pareti saranno concepiti come elementi attivi dell’apprendimento. “Faremo parte anche noi della rete nazionale delle scuole DADA- ha annunciato la preside Anna La Rocca a Il Giorno. – Non saranno più i docenti a entrare nelle singole classi, alternandosi, ma gli alunni a muoversi negli spazi. Si educa all’autonomia, al cambiamento e alla responsabilità”. L’obiettivo è completare la sperimentazione, con il metodo a regime in tutto l’istituto comprensivo nell’anno scolastico 2025-26.

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