Sarebbe bello che, una volta tanto, tutti, nel mondo, credessimo ai miracoli di Babbo Natale – quest’uomo anziano e corpulento vestito con giacca, pantaloni e cappello rossi con bordi di pelo bianco, come la barba e i baffi – che si prodiga nel portare regali ai bambini nella notte della vigilia del Santo Natale, secondo le diverse tradizioni dei popoli.
Oggi, in una società sempre più consumistica e tecnologicamente avanzata, alla slitta trascinata dalle renni sono subentrati ben altri e più rapidi mezzi di trasporto terrestri, aerei e marittimi coi loro sistemi di produzione e di locomozione messi, ormai da decenni, sotto accusa. Si sono rivelati altamente nocivi al nostro Pianeta e a tutti gli abitanti, sin dalle fasi delle rispettive ricerche dei materiali e produzioni in serie. Non siamo capaci, purtroppo, a liberarcene facilmente e in tempi brevi, come dimostrano le tesi emerse dalla recente Cop28 di Dubai, salvo che non si voglia tornare a vivere nelle caverne.
Così è anche difficile entrare nel mondo dei bambini di oggi rispetto a quello di ieri e percepire desideri e aspettative nel pensare all’arrivo di Babbo Natale. Ieri bastava poco, un pezzo di cioccolata, di torrone, o addirittura la famosa confezione piacevolmente ingannevole di “cenere e carbone” che faceva tanto ridere, insieme a qualche semplice giocattolo, quale il tanto sognato triciclo oppure la bici per i bambini più grandi.
Oggi si esprimono desideri di cose che ieri erano inesistenti, inimmaginabili o limitate a determinate fasce sociali. Il consumismo, amplificato dai mezzi di comunicazione e informazione e dalle rivoluzionarie forme di pubblicità, ha stravolto ogni regola, attecchendo, facilmente, nelle debolezze dei genitori. La posta in gioco è sempre più elevata mettendo così in difficoltà molti genitori che non riescono ad arrivare alla fine del mese o a mettere sulla tavola i beni di prima necessità per i componenti la famiglia. Vi sono tante persone che si rivolgono a strutture parrocchiali, per beni di prima necessità, vestiari compresi, nonché tante altre persone, di tutte le fasce di età che approdano alla Caritas o presso altre associazioni di beneficenza, non dimenticando i numerosi senza tetto. Disparità ancora oggi esistenti e insanabili.
Non a caso molti bambini nelle loro letterine a Babbo Natale, fanno richieste più impegnative, apparentemente strane, utopiche, ma provenienti dal profondo dei loro cuori, dalla loro sensibilità acquisita in famiglia e a scuola, quali un forte doppio NO alle morti per guerre e per fame nel mondo; altro NO, forte e chiaro, a tutte quelle forme di inquinamento e di riscaldamento del Pianeta che ci ospita – gratuitamente – da millenni. Occorre porvi rimedi nel tutelare l’ambiente, le biodiversità e tutti gli ecosistemi cielo, mare e terra.
Sono punti fondamentali per i quali, forse, grandi e piccoli di tutto il mondo non dovrebbero avere divergenze; i piccoli sono, sicuramente, tutti d’accordo tra di loro, i grandi molto di meno e sono proprio quelli che hanno gli strumenti e le capacità per provocare le guerre, per farle cessare, insieme alle morti per fame nel mondo e alle problematiche climatiche, note per l’effetto serra derivanti da tutte le forme di inquinamento, come è emerso, appunto, anche nell’ultima Conferenza dei 198 Stati (XXVIII), nota come Cop28 delle Nazioni Unite a Dubai.
È difficile, se non impossibile, per Babbo Natale soddisfare le innumerevoli richieste, anche se pure Lui si è evoluto e non più confinato tra le mura domestiche di famiglie numerose abitanti tra i due poli del Pianeta. Ma proprio le famiglie numerose in Italia sono interamente scomparse e stiamo assistendo a denatalità crescenti per le quali vi sono apprensioni nelle Istituzioni e nella stessa classe politica per carenza del naturale ricambio generazionale. Molteplici sono le ragioni e le cause di questa denatalità che richiedono persuasioni morali e interventi giuridici, specie di tipo economico a tutela della procreazione e della crescita dei figli in seno alla famiglia, eliminandone distorsioni e distrazioni di interessi contrapposti ovunque si annidano.
Allora caro Babbo Natale, vediamo di suggerire, almeno ai nostri politici, a vari livelli, linee guida che li possano indirizzare sulla retta via, sicuramente quella del buonsenso e, soprattutto sull’osservanza dei principi del dettato costituzionale dove ancora oggi – a distanza di 75 anni – vi è molto da applicare tra i 139 articoli e le 18 disposizioni transitorie e finali.
È inutile parlare che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro se poi il lavoro manca per molti e anche mal-retribuito.
È inutile affermare che la sovranità appartiene al popolo quando poi si costringe il popolo ad allontanarsi e disaffezionarsi sempre più dall’esercizio del diritto di voto, per le numerose aspettative inattuate tra le quali la pari dignità sociale, l’uguaglianza davanti alla legge e il diritto al lavoro se poi mancano norme attuative adeguate a dare piena attuazione a tali principi. Si assiste invano ancora oggi alla tanta dibattuta uguaglianza donna-uomo e alla tutela della donna lavoratrice con prole come previsto nell’articolo 37 della nostra carta costituzionale e a tutte quelle funzioni indicate nei “Rapporti politici”, specie con riferimento all’articolo 51 della Costituzione per accedere alle cariche pubbliche, comprese quelle elettive, la dove si affermano […]le pari opportunità tra donne e uomini.
Caro Babbo Natale fai si che i bambini siano protetti e accuditi dai genitori in ogni fase della loro crescita e rispettosi sin da piccoli del loro naturale aspetto fisico dei due sessi e che possano crescere, alimentandosi con cibi sani e genuini perché da grandi: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società” (art. 4, 2co. Cost.)..
Caro Babbo Natale, non è facile il tuo compito nella distribuzione dei doni cercando di non scontentare nessuno, ma adoperati affinché i bambini di oggi non siano eccessivamente viziati per essere bravi adulti di domani, insegnando loro sani principi e in buona salute, crescendo il più possibile all’aria salubre e a socializzare come nelle attività sportive competitive di gruppo.
Caro Babbo Natale, l’intelligenza di ciascun bambino non ha limiti e impone rispetto, quella artificiale è solamente di supporto all’essere umano.