giovedì, 19 Dicembre, 2024
Cultura

Grazie all’intelligenza artificiale decifrati dagli esperti antichi frammenti di testi babilonesi

Tra le molteplici applicazioni per le quali si può sfruttare l’Intelligenza Artificiale vi è anche quella in grado di decifrare frammenti di antichi testi babilonesi. Ed è proprio l’intelligenza artificiale che un team di ricercatori dell’Università Ludwig Maximilian in Germania ha utilizzato per ricostruire gli indizi e i vari pezzetti di manoscritti che da anni stava raccogliendo a livello letterario. Denominato “Fragmentarium”, l’algoritmo ha il potenziale per mettere insieme alcune delle storie più antiche mai scritte dagli umani inclusa l’Epopea di Gilgamesh, il più antico pezzo di letteratura risalente al 2100 a.C. L’ostacolo con la comprensione dei testi babilonesi è che le narrazioni sono scritte su tavolette di argilla (che oggi ancora esistono solo in innumerevoli frammenti). Inoltre, i testi sono stilati in due complessi sistemi di scrittura, sumerico e accadico. Come spiegato dagli esperti l’interpretazione di questi testi è davvero molto complessa. I ricercatori, infatti, precedentemente avevano analizzato parte dei testi babilonesi, copiando i caratteri su carta e confrontando le loro trascrizioni con altre simili per associare e identificare i frammenti.

Fragmentarium

L’intelligenza artificiale ha reso questo difficile processo molto più semplice. Dai 22.000 frammenti di testo digitalizzati finora, Fragmentarium ha potuto analizzare le immagini e assemblare sistematicamente frammenti di manoscritti creando connessioni in pochi secondi; normalmente, tale procedura richiede mesi o anni di lavoro ai ricercatori, ai collezionisti e agli storici. Enrique Jiménez, professore di antiche letterature del Vicino Oriente presso l’Istituto di Assiriologia presso l’Università Ludwig Maximilian, ha testimoniato: “È uno strumento che non è mai esistito prima, un enorme database di frammenti. Riteniamo che sia essenziale per la ricostruzione della letteratura babilonese, che ora possiamo progredire molto più rapidamente”. Nel novembre 2022, il software ha riconosciuto un frammento appartenente alla tavoletta più recente dell’Epopea di Gilgamesh risalente al 2100 a.C. Le parti più famose di questo poema epico descrivono una grande alluvione catastrofica, che si pensa sia l’origine della storia dell’Arco di Noè che si trova nella Genesi. Inoltre, con l’aiuto di Fragmentarium, Jiménez ha identificato un inno alla città di Babilonia. “Finora non ci sono stati inni alle città nella letteratura babilonese – ha spiegato Jiménez – descrive l’arrivo della primavera a Babilonia. Ora abbiamo trovato 15 nuovi frammenti”. Il professor Enrique Jiménez ha altresì sottolineato che senza il Fragmentarium la decifrazione del testo babilonese avrebbe richiesto 30 o 40 anni di lavoro. Attualmente, circa 200 scienziati nel mondo hanno già utilizzato questo database disponibile online per svolgere le proprie ricerche.

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