sabato, 16 Novembre, 2024
Economia

Le ricadute economiche del Covid-19

“Le misure dei singoli Paesi per limitare il contagio e i timori dei viaggiatori a visitare zone considerate a rischio, quale l’intera Italia, vanificheranno un intero anno di crescita per il comparto”.

L’economista Antonio Coviello, ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Ricerche su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo e professore di Marketing per il Turismo ha passato al setaccio le ricadute economiche del Coronavirus; un flagello tremendo che ha indotto il governo in carica ad adottare misure limitative della mobilità, mai approntate prima d’ora.

L’economista Antonio Coviello

L’esperto ha analizzato la situazione alla luce dei dati fin qui emersi, passando al setaccio i vari scenari ipotizzati attualmente dalle società di rating – da quello con probabilità di accadimento ‘basso’ fino a quello di rischio ‘alto’- applicati al “portafoglio di simulazione”, tramite l’adozione di un approccio di natura quali-quantitativa.

Secondo Coviello – che è anche uno dei maggiori studiosi nel campo delle assicurazioni – “lo stop al movimento delle persone, l’interruzione alle catene del valore e la perdita di ricchezza (si pensi alla perdita di trilioni di dollari con la caduta delle borse) rischiano di tagliare una fetta importante del Pil mondiale. Per fare un esempio, un punto di crescita in meno in Cina significa 0,4 punti in meno di reddito globale, -542 miliardi di dollari, come se andasse in fumo l’intera economia svizzera”.

Una diminuzione del Pil italiano compresa tra -1% e -3% nel primo e secondo trimestre 2020 è l’indicazione degli effetti sull’economia del coronavirus secondo il Ref Ricerche (società indipendente che affianca organismi governativi, ndr) che quantizza la perdita di Pil tra i 9 ed i 27 miliardi.

La stima considera l’impatto diretto nelle regioni italiane, con effetti immediati e di più lunga durata, a seconda del settore considerato. Lombardia e Veneto, le due regioni più interessate dal fenomeno (anche per i precedenti blocchi) contano per il 31% del Pil italiano. Aritmeticamente, una contrazione del 10% del Pil in queste due regioni vale una diminuzione del 3% di quello dell’intero Paese.

Analogamente Standard &Poor’s taglia la stima di crescita per l’Italia nel 2020, portandola a -0,3% dal precedente +0,4% per l’emergenza coronavirus: “L’Italia – si legge nelle tabelle di un rapporto dell’agenzia di rating – è il Paese che soffrirà l’impatto economico maggiore, e l’unico in Europa a riportare crescita negativa nell’intero 2020. Il settore turistico, ristorativo ed alberghiero i più colpiti nell’immediato; i dati Confcommercio e Confturismo rivelano, infatti, che dal primo marzo alla fine di maggio dell’anno nelle strutture ricettive ci sarà un calo di oltre 31,6 milioni di presenze con una perdita stimata di 7,4 miliardi. Solo il settore delle gite scolastiche in Italia, ad esempio, muove un business da 316 milioni annui.

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