Conto alla rovescia per l’approvazione della Manovra 2024, dopo una notte insonne tra domenica e lunedì i parlamentari della Commissione bilancio del Senato hanno dato il via libera agli emendamenti proposti dal Governo e uno dalle opposizioni. Tra questi, come annunciato, non ci saranno tagli alle pensioni di vecchiaia di medici, dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari. Per il Ponte sullo Stretto, invece, lo Stato metterà 2,3 miliardi di euro in meno rispetto alla prevista spesa di quasi 12 miliardi che serviranno per la realizzazione dell’opera. Sul Superbonus 110 per cento resta la bocciatura, nel testo finale nessuna proroga è prevista per il bonus. Via libera, invece, ad un emendamento delle opposizioni che riserva i 40 milioni del “tesoretto” che spettava alla minoranza, per il contrasto alla violenza sulle donne.
La lunga maratona
“Dopo la lunga maratona notturna”, commenta il senatore di Fratelli d’Italia, Nicola Calandrini, “la Commissione ha concluso i lavori dando mandato ai relatori. La Legge di Bilancio approderà poi in aula che molto probabilmente l’approverà entro la giornata di venerdì. Sono stati giorni densi e ci tenevo a ringraziare per la correttezza e l’abnegazione dimostrata, tutti i membri della Commissione, di maggioranza come di opposizione. La Manovra presentata in Aula è frutto di un confronto serrato ma corretto tra tutti i partiti politici che hanno dimostrato forte senso di responsabilità”. La commissione Bilancio del Senato ha inoltre dato mandato ai relatori Dario Damiani (FI), Guido Liris (Fd’I) e Elena Testor (Lega) per riferire in Aula.
Pensioni, i tagli rivisti
Lo sprint finale è comunque dominato dai temi e problemi della sanità. Tra gli emendamenti approvati c’è quello del Governo all’articolo 33 che evita i tagli – inizialmente previsti – per le pensioni di vecchiaia di medici, dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari. Rimane una riduzione più contenuta per i sanitari che scelgono di andare in pensione anticipata, o pensione di anzianità. Malgrado l’apertura del Governo resta l’insoddisfazione dei medici, dirigenti sanitari, ostetriche e professioni sanitarie. “Senza interventi strutturali, un dovere sociale continuare la mobilitazione”, sottolineano i sindacati e le Associazioni di categoria, che ieri hanno annunciato altre, “48 ore di sciopero a Gennaio”.
In lotta per il Ssn
Ieri è stata anche la giornata dello sciopero nazionale dei medici con diverse iniziative di protesta, la più rappresentativa a Roma. Una discesa in piazza dove oltre alla difesa del Sistema sanitario nazionale, è riecheggiata ancora la contestazione contro l’innalzamento dell’età pensionabile dei medici. L’Esecutivo in un primo momento prevedeva l’uscita dal lavoro dei dirigenti ospedalieri, e per i medici docenti universitari a 72 anni, stesso discorso per gli infermieri con l’ipotesi di alzare l’età fino a 72 anni. Il dietrofront della maggioranza è scattato lunedì notte con l’estendersi delle proteste. Per i sindacati
l’innalzamento dell’età rappresentava, “un insulto alla categoria, solo per salvare alcune lobby. Questa volta”, polemizzava Pierino Di Silverio, segretario dell’Anaao Assomed, “faremo le barricate e siamo disposti a indire nuovi scioperi da subito. Non si salva così la sanità pubblica”.
Ciriani smorza le polemiche
A spiegare cosa era accaduto è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani che ha ricordato come l’emendamento sui medici: “non è mai stato depositato quindi non viene ritirato, era una proposta, una disponibilità da parte di governo e maggioranza a discutere, abbiamo visto che è scattato subito un dibattito gigantesco sulla questione che porterebbe via troppo tempo e forse ora non è il momento né l’ora per discutere una questione così importante. Verificheremo nei prossimi mesi”, ha fatto presente Ciriani, ricordando come un’interlocuzione con il ministero della Salute, che aveva condiviso l’iniziativa, ma essendo ,“una questione complessa e controversa, le opposizioni e i gruppi vogliono discuterne approfonditamente, ora è un po’ troppo tardi, quindi non vale la pena”.
Presidio sotto il ministero
Per le sigle e le categorie che hanno promosso lo sciopero, tra queste: Aaroi-Emac, Fassid, Fvm-Federazione veterinari e medici e Cisl medici; l’adesione è stata alta. Una levata di scudi, sostengono: “Indispensabile per dare un messaggio chiaro alla politica di governo: il Sistema sanitario nazionale ha bisogno di aiuto”. Nel mirino la stessa Manovra finanziaria. “La Legge di Bilancio non lo aiuta affatto”, dicono le Associazioni di categoria, “lo sciopero è l’estrema ratio a cui ricorrere per reclamare il diritto alla salute garantito da personale pubblico”. La Manovra 2024, attaccano ancora i sindacati, “non sblocca il tetto alle assunzioni di nuovo personale, non stabilizza i precari della Sanità, non finanzia a sufficienza i prossimi rinnovi contrattuali, favorisce la fuga dal lavoro del pubblico impiego, in particolare dal Sistema sanitario nazionale”. Un presidio con circa 100 medici si è poi svolto davanti al Ministero della Salute, con: “l’obiettivo di portare le istanze della mobilitazione nazionale al domicilio”, scrivono, “del diretto referente dei Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari del Sistema sanitario nazionale, ossia il Ministro della salute, Orazio Schillaci”.