Le elezioni presidenziali in Egitto si sono aperte oggi, con il Presidente in carica Abdel Fattah al-Sisi favorito per assicurarsi un terzo mandato. Le urne si sono aperte alle 9, con tanti elettori in coda davanti ai seggi elettorali nel centro del Cairo in mezzo a pesanti misure di sicurezza. Le votazioni si svolgeranno fino a martedì, tra le 9 e le 21. I risultati ufficiali saranno annunciati il 18 dicembre. Circa 67 milioni di persone hanno diritto di voto. Tutti gli occhi saranno puntati sull’affluenza alle urne tenuto conto che le elezioni precedenti avevano registrato una bassa partecipazione. Per gli analisti, l’economia è in cima alle preoccupazioni degli elettori. Il Paese è stato colpito dalla più grave crisi finanziaria della sua storia recente con un’inflazione attestatasi vicino al 40% mentre la sua valuta, la sterlina egiziana, ha perso metà del suo valore da marzo. Anche prima dell’attuale crisi, circa due terzi dei quasi 106 milioni di abitanti del paese vivevano al di sotto della soglia di povertà. Nonostante le sofferenze nel Paese, una repressione decennale del dissenso ha eliminato ogni seria opposizione a al-Sisi, il quinto Presidente ad emergere dalle fila dell’esercito dal 1952. Sotto il suo governo, l’Egitto ha incarcerato migliaia di prigionieri politici, mentre un comitato presidenziale di grazia ne ha liberati circa 1.000 in un anno. Gruppi per i diritti umani affermano che nello stesso periodo ne sono stati arrestati da tre a quattro volte di più. Gli egiziani, nel frattempo, hanno prestato poca attenzione alle campagne elettorali che hanno avuto luogo all’ombra della guerra israeliana a Gaza. Gli altri tre candidati sono tutti relativamente sconosciuti al pubblico: Farid Zahran, leader del Partito socialdemocratico egiziano di sinistra; Abdel-Sanad Yamama, del Wafd, partito centenario ma relativamente marginale; e Hazem Omar, del Partito popolare repubblicano.
