sabato, 16 Novembre, 2024
Economia

Patto di stabilità, l’accordo sotto l’albero?

Disappunto del Governo per la nomina di Nadia Calvino all Bei

E’ passata la nottata sul Patto di stabilità e si sono fatti “passi avanti”, come dice il ministro all’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, ma “si riconosce che non siamo in una situazione normale, c’è una guerra in Europa, e che devono essere assicurate condizioni transitorie.” Del resto “piuttosto che un cattivo accordo meglio le regole esistenti.” Così tutti i ministri parlano di accordo al 90%, rimandano tutto e chiedono che entro fine anno si trovi modo di arrivare a un Econfin straordinario (forse il 19 dicembre) per tentare l’accordo che ieri notte non c’è stato. Auspicio espresso anche dalla ministra spagnola Nadia Calviño che, tra l’altro è diventata presidente della Bei, con la contestazione della procedura da parte dell’Italia. “Quando l’arbitro fischia è rigore”, ha detto Giorgetti, usando una metafora calcistica e prendendo atto della decisione comune: l’Italia sosteneva la candidatura dell’ex ministro dell’Economia Daniele Franco. Anche il Commissario europeo Paolo Gentiloni è fiducioso: “raggiungere un accordo è importante ed è stato fatto un passo avanti sostanziale. Siamo vicini a un’intesa”, ha detto, “dobbiamo ancora lavorare nei prossimi giorni perché l’equilibrio tra la stabilità e lo spazio per la crescita e gli investimenti venga mantenuto. Verranno anche approvati tredici Pnrr, tra cui quello italiano, e questo è importante per rafforzare gli investimenti.” Anche sulle riforme fiscali, Gentiloni ha aggiunto che “si sta lavorando.”

Progressi essenziali

Il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire ha parlato di “progressi essenziali” in un comunicato diramato nella notte, dicendosi fiducioso che un accordo su un nuovo Patto di Stabilità potrà essere raggiunto entro la fine dell’anno. Il ministro dell’Economia italiano ha ribadito l’esigenza di una “coerenza di sistema” tra le regole fiscali con gli obiettivi strategici politici “che sono definiti a livello europeo, con particolare riferimento a ragioni di difesa e sicurezza e alla sfida di cambiamento climatico che dobbiamo affrontare, supportando investimenti pubblici e privati.”

L’accordo, soprattutto tra i quattro maggiori Paesi europei, definito nella notte per sbloccare il negoziato sulle regole di bilancio Ue, fa perno su una flessibilità per la correzione del deficit eccessivo (sopra il 3% del pil) quando un paese si trova sotto procedura europea. Si prevede di “tenere conto” dell’aumento del carico del servizio supplementare del debito legato al forte aumento dei tassi di interesse. In realtà si tratterebbe di una flessibilità “temporanea” per gli anni 2025-2027.

Non ci sono cifre

Su questa prospettiva, delineata prima da Francia e Germania, poi discussa con Italia e Spagna, si è potuto trovare un primo accordo condiviso tra tutti i ministri delle finanze dell’Eurozona. Nel testo legislativo non si farà riferimento a cifre, ma sarà esplicitato il principio di questa nuova flessibilità: in sostanza, resta la regola di un taglio del deficit/pil pari allo 0,5% in termini strutturali (regola aurea anche del vecchio patto di stabilità) per i paesi sotto procedura per deficit pubblico eccessivo, ma il peso della spesa per servire il debito limitatamene alla parte relativa all’effetto dell’aumento dei tassi di interesse, sarà tenuto in considerazione per definire la riduzione del disavanzo. In sostanza, non si tratterà più dello 0,5% del Pil in termini strutturali ma di una percentuale inferiore. Per l’Italia un decimo di punto percentuale del Pil ai valori 2023, che vale circa 2 miliardi di euro. Secondo le ultime stime Ue, i paesi che presumibilmente potrebbero trovarsi a fine giugno 2024 sotto procedura per deficit pubblico eccessivo sulla base dei dati 2023 sarebbero otto: Belgio, Spagna, Francia, Italia, Lettonia, Malta, Slovenia e Slovacchia.

Lindner: decifit eccessivi vanno ridotti

Il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner ha confermato che “c’è una intesa sulle salvaguardie da utilizzare sul fronte del deficit e del debito. Ora si tratta di trovare la giusta calibrazione, tenendo conto per esempio delle spese per la difesa. Quanto ai deficit eccessivi, noi crediamo che debbano essere ridotti, non scusati. In questo senso, l’attuale procedura contiene sufficienti margini di flessibilità.” Ma poi Lindner, aggiunge: “non tutti però sono d’accordo con questa visione delle cose”.

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