“Nei Paesi più ricchi al mondo la povertà colpisce più di un bambino su cinque”. Lo afferma il ‘Centro di Ricerca Unicef Innocenti’ in un nuovo rapporto pubblicato lo scorso 6 dicembre, che monitora il benessere dei bambini nelle nazioni dell’Ocse e dell’Ue. Il “Report Card 18: Bambini poveri che vivono nei paesi ricchi” mostra che le condizioni di vita dei bambini possono essere migliorate indipendentemente dalla ricchezza di un Paese. Ad esempio, la Polonia e la Slovenia stanno ottenendo i migliori risultati nell’affrontare la povertà minorile, seguite dalla Lettonia e dalla Repubblica di Corea. Al contrario alcuni dei Paesi più ricchi come Regno Unito, Francia e Svizzera, sono indietro, quasi in coda alla ‘classifica’ dei Paesi membri.
Disuguaglianze
Il Report evidenzia enormi disuguaglianze nel rischio di povertà. In 38 Paesi con dati disponibili, i bambini che vivono in una famiglia monoparentale hanno una probabilità oltre tre volte maggiore di vivere in povertà rispetto agli altri bambini. Anche i bambini con disabilità e quelli provenienti da minoranze etniche/razziali hanno un rischio superiore alla media. “L’impatto della povertà sui bambini è persistente e dannoso – ha dichiarato Bo Viktor Nylund, Direttore dell’UNICEF Innocenti, sottolineando – I sussidi in denaro hanno un effetto immediato nell’alleviare la povertà. I decisori politici possono sostenere le famiglie dando priorità e aumentando la spesa per gli assegni familiari e per i figli a carico”.
Nei Paesi meno ricchi
I risultati dello studio Unicef mostrano che le condizioni di vita dei bambini possono essere migliorate indipendentemente dalla ricchezza di un Paese. Al riguardo, infatti, i dati rivelano che il tenore di vita dei più piccoli è migliorato in Paesi meno ricchi. Le nazioni che non sono tra le più agiate hanno ottenuto importanti riduzioni della povertà minorile: -38% in Polonia e -31% negli altri Paesi. Al contempo, cinque Paesi a più alto reddito, Regno Unito (+20%) e Francia, Islanda, Norvegia e Svizzera (tutti intorno al +10%) hanno registrato i maggiori aumenti del numero di bambini che vivono in famiglie con difficoltà economiche dal 2014.
In Italia
Il nostro Paese a è al 34* posto su 39 nazioni ad alto reddito nella classifica della povertà monetaria dei bambini nei Paesi più ricchi. I dati rilevati da Unicef evidenziano che, tra il 2015 e il 2021, l’Italia ha ridotto la percentuale di bambini che vivono in condizioni di grave privazione materiale dal 15,8% al 7,1%. Ma più di 1 bambino su 4 (25,5%) vive in condizioni di povertà relativa legata al reddito (media tra il 2019 e il 2021). Le cattive condizioni abitative rimangono un problema e riguardano il 18,1% dei bambini.
L’impatto della povertà
Bo Viktor Nylund, direttore dell’Unicef Innocenti ha dichiarato: “L’impatto della povertà sui bambini è persistente e dannoso. Per la maggior parte dei bambini significa che potrebbero crescere senza cibo nutriente, vestiti, materiale scolastico o un posto caldo da chiamare casa. Impedisce ai bambini di godere dei propri diritti e può portare a un cattivo stato di salute fisica e mentale”. Come sottolineato da Unicef, è importante tenere a mente che: “Le conseguenze della povertà possono durare tutta la vita. I bambini che vivono in condizioni di povertà hanno minori possibilità di completare la scuola e da adulti percepiscono salari più bassi”. Inoltre, secondo il rapporto “in alcuni Paesi, una persona nata in un’area svantaggiata rischia di vivere da otto a nove anni in meno rispetto a una persona nata in un’area ricca”.