In una giornata segnata da tensioni e riservatezza, un tribunale di Mosca ha deciso di prolungare la detenzione di Evan Gershkovich, giornalista del Wall Street Journal, fino al 30 gennaio, nell’ambito delle accuse di spionaggio. La notizia è stata riportata dalle agenzie di stampa russe, sottolineando che l’udienza si è svolta a porte chiuse, con le autorità che ritengono riservati i dettagli del procedimento penale. Il trentaduenne Gershkovich è stato arrestato nel mese di marzo mentre si trovava in viaggio di lavoro nella città russa di Ekaterinburg, a circa 2.000 chilometri a est di Mosca. Il Servizio di Sicurezza Federale russo ha sostenuto che il giornalista, “agendo su istruzioni della parte americana, ha raccolto informazioni che costituiscono un segreto di stato sulle attività di una delle imprese del complesso militare-industriale russo. Analisti hanno speculato che Mosca possa utilizzare Gershkovich come merce di scambio in un momento in cui le tensioni tra Stati Uniti e Russia sono fortemente accentuate, soprattutto a seguito dell’invio di truppe russe in Ucraina. In passato, la Russia ha utilizzato cittadini statunitensi incarcerati come bargaining chips, come è avvenuto, ad esempio, con la stella della WNBA Brittney Griner. Il ministero degli Esteri russo ha annunciato che prenderà in considerazione un possibile scambio solo dopo il verdetto del processo. In Russia, i processi per spionaggio possono protrarsi per più di un anno, rendendo incerto il destino del giornalista americano nelle prossime udienze.