Sono i primi lavoratori ad essere travolti dalla emergenza Coronavirus. Due categorie che in questi giorni sono rimaste senza lavoro. La prima è quelle delle guide turistiche. La seconda è quella degli agenti di commercio: “i taccuini per gli ordini dei colleghi rimangono desolatamente vuoti”, scrivono. Iniziamo dal turismo.
“Il comparto delle guide turistiche è stato praticamente azzerato dall’emergenza Coronavirus”, racconta Valentina Grandi, Presidente delle guide turistiche Federagit Confesercenti, “la flessione di turisti, la cancellazione delle gite scolastiche italiane e straniere ed i provvedimenti di chiusura di molte aree di interesse hanno portato al crollo dell’attività di guide ed accompagnatori turistici.
Una situazione di estrema difficoltà che sembra essere destinata a durare”.
“Nonostante questo”, prosegue Valentina Grandi, “nelle bozze del decreto in circolazione, registriamo l’inspiegabile mancanza di qualunque forma di sostegno al comparto che, ricordiamo, è un’eccellenza italiana ed un valore aggiunto del nostro turismo. Servono invece, urgentemente, interventi mirati a sostenerlo: le guide vengano considerate tra i destinatari delle misure eccezionali, a partire dalla sospensione dei pagamenti e dei versamenti contributivi. Ma è necessario anche agire sul piano fiscale: spostare in avanti i termini non basta, servono interventi più incisivi che tengano conto del crollo dei fatturati degli operatori”. Stessi problemi per gli agenti di commercio che rimangono senza ordini e clienti.
Un primo e necessario intervento può vedere protagoniste le parti sociali e la Fondazione Enasarco nel “liberare” fondi del FIRR”. È invece l’appello per interventi urgenti a favore degli agenti di commercio, lanciato dalla Fiarc, la federazione degli agenti e dei rappresentanti di commercio di Confesercenti.
“Anche noi”, dice Antonino Marcianò, presidente nazionale di Fiarc, “stiamo subendo le conseguenze negative dell’emergenza Coronavirus: i taccuini per gli ordini dei colleghi rimangono desolatamente vuoti. I nostri clienti sono le aziende e i negozi: se l’economia rallenta e i consumi diminuiscono, è inevitabile che anche gli ordini non si facciano o vengano rimandati. Abbiamo calcolato che dall’inizio dell’emergenza gli ordini siano diminuiti del 30/40% con punte più alte in alcuni settori come quello alimentare.
Questo settore economico costituito da microimprese in gran parte ditte individuali trae la propria sostenibilità economica dalle entrate correnti costituite dalle provvigioni mensili. Il loro venir meno totale o parziale non può non venire a determinare una difficoltà nel quotidiano e, quindi, nella vita personale.
È necessario intervenire sulla sostenibilità economica e finanziaria nel breve periodo in attesa che il “sistema Italia” riparta. Il prima possibile”.
Per la federazione degli agenti e dei rappresentanti di commercio di Confesercenti, un primo e necessario intervento può vedere protagoniste le parti sociali e la Fondazione Enasarco nel “liberare” fondi del FIRR attraverso mirate “anticipazioni” del Fondo coerenti con la sostenibilità finanziaria della Fondazione e le necessità di breve periodo degli agenti a cui afferisce lo specifico accantonamento.