Separazione netta tra le tipologie di intervento. Superamento della doppia conformità amministrativa e strutturale, ormai anacronistica e d’ostacolo alla rigenerazione urbana. Possibilità per i Comuni di ridurre il contributo di costruzione anche per gli interventi di trasformazione del patrimonio edilizio esistente, in modo da agevolare le azioni di rigenerazione urbana. Riscrittura delle norme sulle distanze, aggiornando il Dm 1444 del 1968. Incentivi per le soluzioni innovative volte alla sostenibilità ambientale e aggiornamento del concetto di eliminazione delle barriere architettoniche. Sono solo alcune delle proposte condivise da 95 Ordini degli Architetti di Italia al fine di migliorare il nuovo Testo unico dell’Edilizia in fase di elaborazione. Gli architetti hanno avanzato proposte lavorando sulla bozza elaborata dagli uffici legislativi del Governo.
Da un lavoro minuzioso, che ha preso in esame gli articoli, comma dopo comma, è nato un unico documento condiviso inviato alla Commissione dei Lavori pubblici e ai competenti uffici dell’Esecutivo. Un’azione intrapresa nella consapevolezza che, dopo le numerose, parziali e discontinue modifiche, la necessità di una revisione organica del Testo unico dell’Edilizia appaia improcrastinabile per centrare gli ormai condivisi obiettivi di riduzione del consumo di suolo e della conseguente promozione del riuso e della rigenerazione urbana. Obiettivi che non possono perdere di vista la qualità degli edifici, della città e dei suoi territori, nonché la sostenibilità del costruito. Con la richiesta di aggiornare l’intera normativa urbanistica ed edilizia, nonché ambientale e paesaggistica, compresi la legge del 1942 e il decreto 1444 del 1968, affinché si arrivi a una più moderna codificazione che superi anche le tante disposizioni spesso contrastanti, gli Ordini degli Architetti hanno elaborato e condiviso numerose proposte strategiche.
Doppia conformità amministrativa
Per ricondurre a legittimità lo stato attuale della maggior parte degli immobili costruiti a partire dall’emanazione della legge urbanistica (1942), i 95 Ordini propongono di eliminare la doppia conformità amministrativa e strutturale. Più nel dettaglio, si tratterebbe, sotto il profilo amministrativo, di consentire l’allineamento dimostrando la conformità dell’edificio rispetto alle norme vigenti al momento della presentazione della domanda; mentre, per quanto riguarda gli aspetti strutturali, si tratterebbe di dimostrare la coerenza delle opere rispetto alle norme vigenti al momento della loro realizzazione.