Il governo consulta gli scienziati per fermare e/o rallentare il contagio da coronavirus e fino al 15 marzo decide di chiudere tutti gli uffici pubblici. Chiudono infatti scuole e universita’, viene sospesa qualsiasi manifestazione pubblica, congressi e convegni vengono annullati e tutti sono invitati a lavorare senza uscire di casa. Chiudono anche gli Stadi che, come è noto, sono all’aperto.
I Tribunali, però, che evidentemente il Governo non considera uffici pubblici, anche se suono luoghi chiusi aperti al pubblico, restano aperti e gli avvocati, in barba al processo telematico, non possono lavorare dallo Studio ma si devono recare in udienza!!
Se ne deduce, dunque, che secondo il Governo e gli Scienziati i Tribunali sono luoghi dove il virus non si propala. Purtroppo non è cosi e i fatti lo hanno dimostrato e lo dimostrano. Nei Tribunali, infatti viene svolta una intensa e variegata attivita’ con migliaia e migliaia di persone sempre diverse che ogni giorno sono costrette a recarvisi da ogni parte dell’Italia e anche dall’Estero. Solo nel Tribunale di Milano è calcolato che in media ogni giorno vi si recano 7000 persone oltre agli impiegati, giudici e avvocati. Se moltiplichiamo questa cifra per tutti i Tribunali d’Italia ci si rende conto che ogni giorno centinaia di migliaia di persone fuori da ogni controllo vengono a contatto tra loro. Senza considerare il caso degli italiani che lavorano all’estero e devono comparire per giudizi ed udienze non rinviati né sospesi rischiano addirittura di non poter fare rientro nel paese di provenienza per i noti divieti posti ai viaggiatori che provengono dall’Italia.
Gli unici Tribunali, parzialmente chiusi e disinfestati sono quelli di Milano e la sospensione delle attività solo per quelli che provengono dalla c.d. zona rossa.
Nei Tribunali di Napoli –Palermo, Bergamo, Belluno, Potenza e tanti altri, dove le misure sono state prese dai capi degli uffici (Presidenti Corti appello, Tribunali e Procuratori Capo,) essendo stata lasciata loro dal ministero piena discrezionalità, si registrano le più variegate e stravaganti forme di adozione di misure per il contenimento del contagio.
Per far comprendere il caos generalizzato determinato dai peculiari provvedimenti assunti in tema di apertura-chiusura degli uffici Giudiziari in tutta Italia evidenziamo i seguenti. In alcune Procure restano chiusi gli uffici al pubblico “senza vetro”. A Napoli scioperano gli avvocati dopo i casi di contagio tra colleghi. A Lodi fino al 31 marzo si tengono solo le udienze per casi urgenti. A Palermo quattro pubblici ministeri vanno in autoquarantena. In altri Tribunali si tengono le udienze con le finestre aperte ed in altri i rinvii si decidono in base alla residenza. A Milano due Giudici e personale di cancelleria sono risultati positivi.
Un bailamme generale dove regna sovrano il FAI DA TE.
L’unica misura certa che tutti i Giudici hanno adottato per tenere le udienze pubbliche è stata quella di auto-isolarsi posizionandosi dietro le transenne e lontano dagli avvocati e dalle parti che devono presenziare alla udienza. Mentre le cancellerie che non dispongono di barriere utilizzano addirittura le sedie che pongono davanti alla porta per evitare scriteriati ingressi di possibili portatori del virus.
A Bergamo gli avvocati sono stati chiamati ad assumersi la responsabilità delle conseguenze di un eventuale contagio ove avessero preteso la presenza degli imputati alle udienze penali.
Si assiste quindi all’indecoroso spettacolo che il Giudice che tiene udienza si pone a distanza di sicurezza con relativa transenna mentre gli avvocati e le parti, tutti insieme, sono costretti al contatto fisico perché pigiati in pochi metri quadrati ad aspettare la chiamata come se fossero allo Stadio che, invece, è stato chiuso al pubblico.
Il ministero della Giustizia e la Presidenza del Consiglio, entrambi guidati da due avvocati, non hanno adottato alcun provvedimento di sospensione dei termini che potesse ovviare a tutta la serie di disagi e danni ed evitare la palese e grave violazione dei più elementari e basilari diritti costituzionali dei cittadini e degli avvocati dello Stato Italiano.
Il Coronavirus, quindi, al pari delle decisioni prese dal Governo, si è adeguato e FA’ DA SE’. Infatti si propala da Nord a Sud anche grazie a chi costringe avvocati e parti a spostarsi per partecipare alle udienze per non aver disposto la temporanea chiusura e sospensione delle ordinarie attività!!
Si parla(va) tanto di voler inserire la figura dell’avvocato nella Carta Costituzionale e poi, invece, alla prima occasione lo si lascia addirittura fisicamente fuori anche dalla porta di qualsiasi aula di udienza a fare la fila come al supermercato.