È fallito, dopo cinque anni di trattative, il negoziato tra Unione europea e Australia per un accordo di scambio commerciale. In ballo una serie lunga di prodotti, ma lo stallo, e poi il fallimento, è arrivato sul diniego da parte dell’Europa a importazioni di prodotti agricoli, carne ovina e bovina.
Le due versioni
Le versioni delle due delegazioni, che si sono incontrate nei giorni scorsi alla riunione dei ministri del Commercio del G7 a Osaka, in Giappone, sono diverse. Il ministro dell’Agricoltura australiano, Murray Watt, ha riferito che da parte dell’Ue non è giunta “l’apertura necessaria.” Il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, invece, ha spiegato che il colpo di scena è stato innescato dagli australiani che “non sono stati in grado di impegnarsi sulla base dei compromessi precedentemente identificati.” Ovvero a Osaka sono state avanzate richieste da parte del Governo australiano di maggiore penetrazione nel mercato europeo di prodotti agroalimentari.
Tutto da rifare, ma tempi lunghi
Ora è tutto da rifare. Cinque anni di trattative sfumate e non se ne riparlerà prima di due anni perché la Commissione europea è a fine legislatura e anche gli australiani andranno alle urne nel 2025. In realtà c’era già stato un’avvisaglia che qualcosa non funzionasse nel 2021 quando Camberra decise di cancellare un contratto da 56 miliardi di euro per i sottomarini francesi. La guerra in Ucraina ha poi dato un nuovo impulso alle trattative, con le due parti che hanno lavorato a stretto contatto per imporre sanzioni al Cremlino, stabilire un tetto al prezzo del petrolio russo trasportato via mare e diversificare i fornitori di energia.
A difesa dell’Agricoltura
Secondo Dombrovskis, l’accordo di libero scambio proposto avrebbe garantito un accesso al mercato “commercialmente significativo” ai prodotti agricoli australiani. La Commissione europea ha presentato un’offerta per ridurre queste tariffe e creare un accesso al mercato del valore di un miliardo di dollari australiani (circa 600 milioni di euro) all’anno. Ma poi, sempre secondo la versione europea, il ministro australiano per il Commercio Don Farrell ha alzato la posta e gli europei hanno dovuto difendere gli allevatori dell’Eurozona. Ma anche i ministri australiani hanno detto che “l’ultima cosa che eravamo disposti a fare era svendere gli agricoltori australiani solo per firmare l’accordo.”
Parmigiano e Prosecco
Altrettanto difficile da risolvere le indicazioni geografiche su prodotti culinari unici come il Cognac o il Gorgonzola. All’interno dell’Ue, le indicazioni geografiche sono strettamente monitorate, in Australia, invece, le regole sono diverse o non ci sono e molti prodotti hanno nomi simili a quelli dei più noti corrispettivi europei. Durante i negoziati, la Commissione ha identificato più di 50 casi di questo tipoe proposto un sistema per proteggere una selezione di vini, liquori e prodotti alimentari dell’Ue all’interno del mercato australiano, consentendo al contempo la commercializzazione di altri prodotti australiani a determinate condizioni. Ma anche in questo caso la trattativa si è arenata sui prodotti più controversi: Parmigiano Reggiano, feta e prosecco.