Le aspettative dovrebbero essere centrate, con un sospiro di sollievo da parte delle imprese e dei Governi. La Banca centrale europea, secondo le attese, non ritoccherà nuovamente i tassi di interesse, nella riunione di ottobre prevista per oggi ad Atene. Una pausa che almeno durerà fino a novembre, un mese di tempo per comprendere lo stato dell’economia e, soprattutto, come la stretta finora attuata dalla Banca centrale abbia prodotto i risultati sperati, arginando la corsa della inflazione.
Le stime positive e i “falchi”
La scelta di mantenere i tassi fermi trova un sostegno nelle stime messe in campo, in particolare le scelte finora fatte considerate dolorose potrebbero portare l’inflazione al livello sperato del 2%, il tutto in un orizzonte temporale di un anno. Una visione che per i “falchi” della Bce non è realistica, a novembre potrebbero, infatti, prevalere nuove oscillazioni dell’inflazione che continueranno a puntare in alto. I numeri infatti oggi sono ancora elevati: 5,5% l’inflazione di fondo, al di sopra di quella soglia del 5%. Un ritorno di un approccio “duro” quindi non è fuori luogo. Ma si tratta di previsioni.
Bene le borse, male Milano
Ieri invece le Borse europee chiuso tutte in rialzo, tranne Milano, alla vigilia della decisione della Bce. Gli operatori hanno scommesso sui tassi fermi almeno per un giro. Sarà soprattutto importante seguire la la conferenza stampa del presidente Christine Lagarde per capire se emergeranno indicazioni sulle future mosse dell’istituto, alla luce anche dei recenti sviluppi geopolitici. Tra i temi di interesse, oltre ai tassi, oggetto di discussione potrebbe essere lo stop anticipato al reinvestimento dei titoli acquistati tramite Pepp (la cui scadenza attuale è prevista per il dicembre 2024), così come l’innalzamento del coefficiente di riserva obbligatoria.
