Questa mattina il Governatore Luca Zaia, in merito alla rinaturalizzazione del Cavallo del Delta, ha visitato l’azienda pilota e dimostrativa di Vallevecchia, proprietà della Regione Veneto e gestita da Veneto Agricoltura, in località Brussa tra Caorle e Bibione (Venezia): “C’è più di un filo che collega la Brussa, il Delta del Po e la Camargue. La bellezza e l’estrema somiglianza dell’ambiente naturale ma anche i cavalli che lo popolano. Nell’incantevole oasi naturalistica di Vallevecchia, infatti, nel 2022 è partito il progetto finalizzato alla rinaturalizzazione del Cavallo del Delta, che ha lo scopo di aumentare il numero effettivo di questa specie, anche attraverso la ricostruzione dell’habitat tipico del suo diretto ascendente: il Cavallo Camargue. Dopo un anno e mezzo dall’avvio del progetto ci sono già stati i primi fiocchi azzurri e rosa. Sono nati, infatti, i primi puledri, 2 femmine e 1 maschio, e nelle prossime settimane dovrebbero partorire altre 4 cavalle”. Da un’indagine condotta da ARAV (Associazione Regionale Allevatori del Veneto) la consistenza di capi totali in regione era nel 2021 di 16 capi (7 fattrici e 9 stalloni), presenti in 10 allevamenti nelle province di Padova, Rovigo, Venezia, Vicenza e Verona. Nel 2022 con il nuovo nucleo è salita a 26 e a settembre 2023 con i nuovi nati è salita a 29 capi. “L’azienda sorge su l’ultimo grande sito costiero non urbanizzato dell’alto Adriatico spiega il Governatore -. Occupa una superficie totale di circa 800 ettari, quasi la metà è rappresentata da aree di grande valore naturalistico: pineta e boschi planiziali litoranei, siepi, zone umide. Nell’area vive la mandria di cavalli, composta da uno stallone e nove fattrici che vengono monitorati quotidianamente con lo scopo di far diventare questo sito un vero e proprio osservatorio in cui valutare, in modo scientifico, la moltiplicazione di soggetti della stessa razza equina e contrastare il pericolo di estinzione”. Il Cavallo del Delta è diretto discendente del Cavallo Camargue, razza originaria dell’omonima regione che si trova nella Francia meridionale, presso la foce del Rodano. Si adatta molto alle zone umide ed è una delle quattro razze equine riconosciute in Veneto, insieme al CAITPR, al Norico e al Maremmano ed è in pericolo di estinzione. Attualmente in Veneto ci sono 10 allevamenti di piccole o piccolissime dimensioni (in media 2 capi per allevamento) che garantiscono la conservazione della razza equina. La realizzazione di un nuovo nucleo di conservazione oltre a rafforzare il numero di allevamenti e relativi capi presenti in Regione, avvierà un processo di rafforzamento del patrimonio.