Marchigiana, una laurea in Giurisprudenza, Vicepresidente nazionale delle donne della Coldiretti e membro della Commissione femminile dell’Oma, l’Organizzazione mondiale per l’agricoltura: Francesca Gironi è la nuova leader della commissione femminile del Copa–Cogeca, l’Organizzazione che rappresenta agricoltori e cooperative agricole in Europa dove sono presenti circa 3 milioni di aziende agricole gestite da donne, quasi 1/3 del totale.
Grata per la fiducia
La soddisfazione della Gironi per la nomina passa per un messaggio rivolto all’Associazione: “Ringrazio la Coldiretti e il movimento delle donne che hanno fortemente creduto in me sostenendo la mia candidatura”, commenta la neo leader delle imprese agricole in rosa della Ue. “Abbiamo davanti a noi” – continua la Gironi – “tante sfide da affrontare, penso anzitutto alla disparità di genere a livello lavorativo, in particolar modo retributiva e pensionistica, alla discriminazione per l’accesso al credito ma anche alle difficoltà esistenti per compensare vita privata e vita lavorativa, la gestione dei figli e dei nostri cari genitori anziani. Tutte insieme dobbiamo far emergere il ruolo delle donne all’interno della nuova Politica Agricola Comune”.
Spronare le donne nell’agricoltura
Le intenzioni della leader sono rivolte soprattutto alle giovani imprenditrici, che pur non avendo una tradizione agricola familiare alle spalle, decidono di intraprendere il loro percorso lavorativo in ambito green. La Gironi conclude con una riflessione sul cibo sintetico, ed in particolare sul Nutri-Score, che “non è ben accetto dal nostro Paese”.
Il nuovo che avanza
Per Coldiretti, la storia di Francesca Gironi è “un ottimo esempio del ‘nuovo che avanza’ a tinte rosa”. Quasi un’impresa italiana su quattro è condotta oggi da donne (22,2%) con un con un esercito di oltre 200mila aziende rosa che stanno rivoluzionando in senso innovativo l’agricoltura italiana. Le donne contadine in Italia stanno rivoluzionando il lavoro nei campi dove sono capaci di spaziare dall’allevamento alla coltivazione, dal florovivaismo all’agriturismo, dalla trasformazione dei prodotti alla vendita diretta. “Ma il vero motore delle donne in agricoltura” – conclude la Coldiretti – “sono le attività sociali, dalla fattoria didattica agli agriasilo, ma anche importanti attività per l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne meno fortunate, spesso vittime di violenze e soprusi”.