“Bisogna agire molto rapidamente per evitare di far sprofondare il sistema imprenditoriale in una fase di paralisi dalla quale è difficile uscire”. Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli non nasconde la sua preoccupazione per gli effetti del Coronavirus sull’economia nazionale e in particolare sul settore del commercio. Le previsione a breve termine, – per Sangalli lo spartiacque saranno i mesi di aprile e maggio -, se quindi l’emergenza dovesse prolungarsi oltre, ecco che la perdita toccherebbe i 5-7 miliardi di Pil, “con un’elevata probabilità di entrare in recessione già nella prima parte dell’anno”. Sangalli parla al Giornale e ricorda come sia ogni giorno più evidente evidente che “si tratta di una situazione eccezionale che non può reggere nel tempo.
E questo vale non solo perle imprese nelle aree di quarantena che hanno già dovuto cessare la loro attività, ma per il sistema imprenditoriale nel complesso. È un meccanismo a catena che avrà ripercussioni sia sull’intero sistema produttivo, sia sui consumi”. I settori più colpiti oltre al commercio sono per ora quelli del turismo, della ristorazione e dei trasporti, “con rilevanti perdite di fatturato e di posti di lavoro”, sottolinea Sangalli, “nel turismo in particolare – settore che da solo contribuisce per oltre il 10% al Pil – la situazione è gravissima con la paralisi dei viaggi di affari, la cancellazione delle gite scolastiche, le disdette in alberghi e agenzie di viaggio.
Tra marzo e maggio sono a rischio oltre 21 milioni di presenze con una riduzione di spesa di 2,65 miliardi, e circa 100 mila dipendenti dei pubblici esercizi. Senza dimenticare”, evidenzia il presidente di Cinfcommercio, “le difficoltà per il comparto culturale con la chiusura di musei e cinema e la cancellazione delle manifestazioni sull’intero territorio”.
Una situazione difficile che metterà a dura prova l’intero sistema Italia, ma Sangalli vede degli aspetti positivi di collaborazione tra istituzioni ma ci sono aspetti e decisioni che devono essere cambiate. “Bene il governo e le regioni coinvolte che si sono attivati adottando alcune prime misure e avviando tavoli di confronto con le parti sociali”, fa presente Sangalli, “Si tratta di decisioni molto difficili e delicate. Tuttavia alcune misure adottate come, ad esempio, quella relativa alla chiusura dei bar dopo le 18 lasciano un po’ perplessi.
Lo abbiamo fatto notare al tavolo di confronto con le imprese in Regione Lombardia e confidiamo ci possano essere correzioni”. C’è poi il futuro e su questo aspetto il presidente di Confcommercio sollecita provvedimenti certi e rapidi perché il rischio di recessione è reale e con esso una crisi che metterebbe in ginocchio migliaia di piccole e medie imprese del commercio.”Bisogna agire molto rapidamente per evitare di far sprofondare il sistema imprenditoriale in una fase di paralisi dalla quale è difficile uscire.
Fin da subito abbiamo indicato le linee di azione: rinviare le scadenze dei pagamenti dei principali adempimenti fiscali e contributivi, aprire un confronto con il sistema bancario per una moratoria sui mutui, utilizzare tutti gli strumenti di cassa integrazione e il fondo di integrazione salariale per le micro e piccole imprese che ordinariamente non ne sono interessate, prevedere un sistema di indennità per i lavoratori autonomi. Occorrono, infine, misure per il settore dei trasporti, come la sospensione delle tasse di ancoraggio e il rafforzamento della sanità marittima”. Poi c’è il problema psicologico ossia la “psicosi” che può far danni notevoli.
“La psicosi è un nemico non meno pericoloso del coronavirus”, sottolinea Carlo Sangalli, “Il turismo, ad esempio, è il settore che sta registrando un tracollo senza precedenti con la destinazione Italia che rischia di sparire dai radar. E dunque evidente che per il nostro Paese occorre una mobilitazione straordinaria dei piani promozionali per l’export e della diplomazia commerciale a tutela di questo comparto e del made in Italy. Più in generale, di fronte ad una situazione eccezionale servono misure eccezionali. Significa che per fronteggiare una crisi che investe tutto il mondo servono risposte dai vari organismi a livello globale, a cominciare dal Fondo Monetario Internazionale”.