L’obiettivo della Banca centrale europea è di portare l’inflazione al 2% quanto prima possibile. Ma per il momento “resterà elevata per troppo tempo” e solamente nel 2025 “scenderà al 2,1%”, se tutto andrà come previsto (e sperando nella fine del conflitto in Ucraina). Sono parole, quelle pronunciate ieri dalla Presidente della BCE Christine Lagarde, che confermano il non momento esaltante dell’economia del vecchio continente. E ieri Lagarde, in audizione alla Commissione Affari economici al Parlamento europeo in quel di Bruxelles, ha fatto in pratica il punto sulla situazione, snocciolando qualche dato, partendo proprio dall’inflazione: si prevede che scenderà dal 5,6% del 2023 al 3,2% nel 2024, e poi al 2,1% nel 2025. Nel frattempo, al netto dei beni energetici e alimentari, è scesa dal 5,5% di luglio al 5,3% di agosto. Tuttavia, l’inflazione di fondo, che esclude anche i beni alimentari, è ancora elevata, al 3,7%.
“Ci si basa sui dati”
In soldoni, almeno per il momento il rialzo dei tassi di interessi continuerà ad ‘accompagnare’ di mese in mese tutte quelle persone ‘impegnate’ con i mutui variabili: “Sappiamo quanto dolore infligge questa situazione soprattutto alle famiglie a basso reddito, come anche l’aumento della benzina e dell’energia, ma prima arriveremo al nostro obiettivo del 2%, prima i prezzi saranno stabili per un futuro meno difficoltoso”, le parole della Presidente, che ha aggiunto che tutti i provvedimenti futuri dipenderanno dai numeri, “basando le nostre decisioni sulla nostra valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, delle dinamiche dell’inflazione di fondo e della forza della trasmissione della politica monetaria”.
Economia stagnante
Lagarde ha poi fotografato lo stato di salute dell’economia dell’eurozona relativamente al 2023, parlando di un’attività stagnante nella prima metà dell’anno (la crescita è stata dello 0,2% nel secondo trimestre, in calo rispetto al 0,4% del primo trimestre) e di un’ulteriore debolezza nel terzo trimestre. Tra i motivi di questo rallentamento, “la minore domanda di esportazioni e le condizioni di finanziamento più restrittive”. Comunque, “non si prevede una recessione nel nostro scenario”.
Patto di Stabilità
La Presidente della Bce è poi tornata a insistere sulla necessità di trovare l’accordo sul Patto di Stabilità, che deve essere raggiunto entro la fine dell’anno. Quattro le priorità delineate dalla BCE: riduzione del debito sovrano, minore eterogeneità dei livelli di debito tra Paesi, crescita più elevata e maggiore anticiclicità della politica fiscale: “Conto su questa Commissione affinché faccia la sua parte per garantire un’adozione tempestiva di questo dossier. Se non si dovesse arrivare a un’intesa in tempi brevi, considerando le comunque prossime elezioni a livello nazionale e le elezioni per il Parlamento europeo, la riforma rischia di essere rinviata a tempi troppo lunghi per noi in termini di politica monetaria per avere una chiara comprensione di quale sarà il quadro fiscale per gli Stati membri”.